Terroristi della tolleranza
You must RUN, HIDE, TELL. Questo il vivido tweet della City of London Police dopo gli «incidenti» di questa notte. Correre, fuggire verso un posto sicuro; silenziare i telefoni e barricarsi; chiamare il 999. Allarmante ed esilarante vademecum – se anche nel tragico si preserva il senso del ridicolo – di una comunità sotto assedio, la nostra. Inebetita, inerme, impotente. «Integralisti dell’accondiscendenza» avevo titolato il 30 maggio. Ma forse non è più il caso di essere così accondiscendenti. Siamo nelle mani di autentici terroristi della tolleranza; criminali di pace che hanno sgozzato la verità minimizzando l’orrore, esorcizzandolo con una benevolenza artefatta e suicida, che ancora stanotte parlavano di «gravi incidenti» per ciò che era appena accaduto a Londra. Martiri del Dio Perbenino che hanno trascinato un’intera civiltà nella crociata benpensante, la più grottesca di cui la storia abbia memoria. Campagna in cui ci si arma per non offendere, per non turbare, per comprendere, per integrare il nemico che ti scanna. Ebbene, lo abbiamo definitivamente integrato: ora ci scanna fra le mura di casa, a giorni alterni e di buona lena.
Ma di nuovo, da domani torneranno a definire «scioccante» ciò che continua a ripetersi – Jeremy Corbyn già lo ha fatto poche ore fa – a non capacitarsi, a interrogarsi sulla matrice: sarà stata responsabilità di una cellula già nota alle forze di sicurezza o l’improvvisata azione di lupi solitari? Dove hanno sbagliato i servizi segreti? Che sia stato un errore abbassare il livello di allerta dopo i fatti Manchester?
Eppure sotto le braci della titubanza brucia ancora l’orgoglio di una qualche consapevolezza. Fiammeggia la baldanza di chi non ci sta a darla vinta ai fondamentalisti. Manifestando timore, spiegano gli statisti progressisti più avvertiti, lasciandoci prendere dall’emotività, faremmo soltanto il loro gioco. La paura è il miglior alleato del terrorismo e conduce dritto al populismo. Perché le stragi alimentano l’insicurezza e l’insicurezza nutre le destre demagogiche, reazionarie, razziste. Populista come certamente è Magdi Cristiano Allam, che proprio su queste pagine ebbe a scrivere: «I governi che ci esortano a “non modificare il nostro stile di vita” ci renderanno presto schiavi dell’Islam». Financo un poco razzista, va da sé.
Ma come dovremmo comportarci allora nei momenti di maggiore inquietudine? Con spavalderia? Passeggiando nel periglio con piglio blasé? Che cosa suggeriscono l’intelligence, l’antiterrorismo, la pubblica sicurezza? Scappate… svelti! Nascondetevi! Barricatevi! Chiamate il 999!