Antifascisti per l’Islam
Mentre tribolavo sui tasti del Pc per pubblicare un pezzo dedicato al futuro, la protervia del presente mi ha afferrato per le corna, comandandomi di cambiare argomento; certo l’aver lasciato il televisore sintonizzato su Piazza Pulita non ha aiutato. Ebbene, nel corso della trasmissione in onda ieri sera su La7 si sono affrontati con una certa vivacità Vittorio Sgarbi ed Emanuele Fiano, Fiano e Alessandro Sallusti, Sallusti e Vauro Senesi, Vauro e Sgarbi. Non è difficile immaginare verso quali volti e argomentazioni simpatizzassi, ma la cosa non è rilevante, poiché vorrei parlare piuttosto del deposto, del rimosso. Mentre Vauro disquisiva con la sua flautata inflessione pistoiese sull’emergenza fascismo, sulle derive xenofobe – viscidamente «confermate» da servizi che mostravano dei trogloditi da bar come campione rappresentativo di una crescente sensibilità europea di chiara matrice nazifascista – e le tonanti voci degli oppositori lo invitavano a preoccuparsi dei crimini rossi… veniva omessa la consonanza più naturale e più esatta. Certo, sappiamo come funzionano i bias delle mappe mentali: pronunci comunista, ti rispondono fascista; e viceversa. Tuttavia, vorrei fare un esercizio critico che provi a fare un salto fuori dal cerchio delle nostre convenzioni cognitive; che cerchi di spezzare l’universale contesto di accecamento. Riportiamo allora un estratto delle parole del vignettista satirico Vauro Senesi:
«Il fascismo non è un’idea come un’altra, il fascismo è un crimine. Per combattere i crimini servono leggi efficaci. Sono state le minimizzazioni a rendere possibile una recrudescenza fascista in Europa. Mi sono spinto fino in Ucraina e ho visto come vengono addestrati soldati che portano la svastica sul braccio, pronti a combattere in nome di valori da SS. E noi vogliamo far passare questi crimini come opinioni!? Vogliamo andare avanti a far credere che essere fascisti sia un’opinione come un’altra, ma non è così! Il fascismo non si può tollerare perché intollerabile. Come il nazismo si accaniva su zingari ed ebrei, il neofascismo se la prende con gli immigrati. Da sempre i totalitarismi hanno bisogno di un capro espiatorio e oggi i rifugiati sono i nuovi ebrei da odiare. Quando si parla dei crimini del fascismo subito a sviare sul comunismo! Ma l’antifascismo è un valore che ha fatto la storia di questo Paese e noi lo stiamo tradendo. Chi incita all’odio, va fermato immediatamente, senza se e senza ma».
Impeccabile. Maiuscolo. Magistrale.
Vittorio Sgarbi ha ribattuto con la proverbiale flemma segnalando all’interlocutore che i comunisti in Corea del Nord hanno le armi nucleari mentre i fascisti di oggi… birra e salamella. Per quanto Sgarbi vanti ovviamente ragione, io non mi farei venire la bava alla bocca cercando di sbriciolare le argomentazioni di questi interlocutori. Ma ancora, opterei per l’unica tecnica veramente saggia contro questi vermi a sonagli che strisciano fuori dal frutto della verità: li incanterei. Sapendo che se anche il verme dovesse mordere prima di essere incantato, basterà un peto per espellere il veleno. Quindi mi piegherò all’ingrato mestiere dell’incantatore di invertebrati per sincero amor patrio.
Chiedo dunque a Vauro, a Fiano, a tutti quelli del pubblico che applaudivano con decisione, e ancora a Formigli, cui comprensibilmente tremava la voce mentre annunciava quel “viaggio nell’estremismo” italico:
L’islamismo non è forse un crimine? Per combattere i crimini non servono dunque leggi efficaci? Non sono state forse le minimizzazioni della vostra divulgazione politica, tutte quelle tirate sull’Islam moderato, sui giusti distinguo, sull’antica mitezza di una dottrina di pace, a rendere possibile la propagazione della piaga estremista? Vauro è mai stato in trasferta nello Stato Islamico a vedere come vengono addestrati e in nome di cosa combattono laggiù? O magari li ha visti transitare con mezzi pesanti per le vie del centro di qualche capitale europea? Voi antifascisti non volete far passare l’idea che l’Islam sia una religione come un’altra? Non ci avete grattugiato la minchia per anni con il rispetto e la tolleranza verso le altre confessioni, verso gli altri valori, n’importe quoi? Gli islamisti non demonizzano forse l’infedele, non è forse l’infedele il capro espiatorio per esercitare le peggiori atrocità? E avete mai sentito parlare dell’antisemitismo islamico? Quando si tratta dei crimini dell’Islam, non siete voi i primi a puntare il dito su quelli della Chiesa, dovendo, per trovare esempi convincenti, sprofondare nell’età moderna e nel ridicolo? Libera Chiesa in libero Stato non è forse la concezione separatista che ha fatto la storia di questo giovane Paese? E vorremmo tradirla tollerando chi ritiene che Chiesa e Stato, autorità spirituale e temporale, siano tutt’uno? Chi incita all’odio non va fermato immediatamente, senza se e senza ma?
Ora andrei oltre. Perché il pur impeccabile, maiuscolo, magistrale, intervento di Vauro sul fascismo virava nel patetico, nel farsesco, appena calato nella contemporaneità. Il “viaggio nell’estremismo” italico ci ha infatti messo paura quanto la salamella di cui sopra. Mentre l’altro estremismo, quello islamista, non è un retaggio del passato che vive nel braccio alzato di qualche facinoroso pensionato nostalgico: il fondamentalismo trucida mentre scrivo, fa propaganda e ruba anime ogni giorno. Il terrore… il terrore integralista terrorizza, non un avvinazzato che intona Faccetta nera. Il terrore che sventra, sgozza, scanna l’infedele senza distinzione alcuna, ma con un occhio di riguardo per i vignettisti. E per quanto Fiano – con tutta la burbanza del suo cipiglio a monosopracciglio – ci segnalasse come in Italia si osteggi aspramente chi alimenta il proselitismo islamista o anche solo chi simpatizza per quelle canaglie invasate, rendendo più urgente legiferare sulla propaganda fascista, riporto quanto reso noto ieri: «Secondo il sondaggio di Ipr Marketing, il 25% dei fedeli in Allah danno (dà, ndr) ragione ai jihadisti, mentre un terzo di loro vuole “conquistare l’Occidente”».
Vauro, Fiano, antifascisti riuniti… vogliamo andare avanti a far credere che sia un’opinione come un’altra?