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In queste ore, testate online, social media, autorevoli intellettuali, politici e conferenzieri come Roberto Saviano, Enrico Rossi e Matteo Renzi, si stanno passando il testimone per celebrare le staffettiste azzurre vincitrici della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo (Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo, Libania Grenot). Le atlete  stanno così sventolando come simbolo di un’Italia tollerante, inclusiva, dove le razze e le culture sono tutte uguali: «I loro sorrisi sono la risposta all’Italia razzista di Pontida»; «Sono la risposta italiana a Pontida. L’Italia multiculturale nata dal sogno repubblicano non verrà fermata»; «Sono tutte italiane le ragazze che hanno vinto la staffetta 4×400 ai giochi del Mediterraneo. C’è un’Italia nuova che Salvini e la Lega non vogliono vedere e a cui vorrebbero negare di esistere e di avere diritti»; «Vince l’Italia che non ha paura». Come d’abitudine, mi spetta l’ingrato compito di individuare l’asina ipocrisia in filigrana. Doppiezza che come sempre contraddice ciò che vorrebbe affermare. E lo rimarcherò in 4 rapidissimi punti, come se corressimo una 4×100:

 

1. Da una prima occhiata alla foto di gruppo non mi era venuta spontanea alcuna riflessione sul colore delle atlete; gli “antirazzisti” hanno immediatamente notato e stamburato l’aspetto razziale. Ironico.

2. Una volta preso atto della cosa, ho così riflettuto. Ma il naturale esito della riflessione è stato che le italiane nere, evidentemente, vanno più forte delle bianche. Discriminatorio.

3. Nei post e nei tweet si sottolinea l’avvenenza delle trionfatrici, segnalando come loro sì sono belle e vincenti, non come i razzisti, brutti e odiosi (verso il leghista ogni ingiuria è consentita, va da sé, ma anche se non c’è di mezzo specifica etnia – solo la brutta razza leghista – il salivante rancore rivela chi veramente propaga l’infezione dell’intolleranza). E se fossero state nere, racchie e perdenti? Strumentale e sottilmente discriminatorio.

4. Dove si riscontrerebbe una relazione fra le atlete azzurre e l’immigrazione clandestina? Che cosa c’entra Pontida? Come era successo nel paralogismo ebrei-zingari, si divulga un parallelismo fra italiani di colore a clandestini africani. Falso, sciocco e denigratorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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