A riveder le stelle
«Vanno in soffitta le idee antieuropeiste. L’Italia non batterà i pugni sul tavolo a Bruxelles». E per quale ragione? «Perché l’Europa è necessaria». Così sdottoreggiava ieri Sabino Cassese sul Corriere della Sera. Per il quale, evidentemente, scodinzolare ai piedi del padrone per evitare di essere sculacciati o per elemosinare qualche tozzo di pane è un atto dovuto alla nostra storia, ai nostri interessi, alla nostra Costituzione. Emanciparsi dai «vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario» addirittura la violerebbe. Secondo Cassese, l’antieuropeismo è anticostituzionale, mentre farsi levare la pelle dal culo per mezzo di quei vincoli… perfettamente in linea con lo statuto. La nostra legge fondamentale ricorderebbe altresì – con enfasi finanche bizzarra sotto questi chiari di luna – che «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». E se, malauguratamente, il buon cittadino subodorasse in quei «vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario» un attacco alla Patria? Avrebbe in tal caso il diritto, se non il sacro dovere, di manifestare liberamente il proprio antieuropeismo con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione? Attendiamo lumi dal professore.
Grazie a Dio e a Beppe Grillo, tuttavia, non siamo soli nell’esilio in questa gelida soffitta e la pira della pugna è pronta a infiammarci. Gli indomabili commilitoni del Movimento – irriducibili mitragliatori dei poteri costituiti, devastanti cannoneggiatori della burocrazia europea, infallibili scassinatori dei diktat tecnocratici – sono al nostro fianco. Rilanciamo allora verso chi ci vorrebbe docili animali da compagnia, il ruggito di un vaffanculo del Garante Máximo: «Abbiamo un debito che ci stritola, 100 miliardi di interessi all’anno… se non fermiamo il debito, il debito ferma il Paese! Non c’è altra alternativa! Ecco perché hanno paura di noi! Hanno paura in Europa perché noi ridiscuteremo tutte le cazzo di cose che hanno deciso loro! Noi vogliamo la nostra sovranità monetaria! Ce l’hanno messa in quel posto quando siamo entrati nell’Euro, senza neanche chiederci un parere. E lo sapevano! Lo sapevano! Non potevi mettere una moneta unica con economie che erano diverse una dall’altra! Quando il fisco è uno diverso dall’altro! E noi siamo stretti da questa morsa del debito e non ce la fai… puoi fare tutti i piani del mondo, ma devi svendere tutto! Ti svendono i monti, ti svendono i laghi, ti svendono la terra sotto i piedi! Io voglio sentirmi protetto dallo Stato, noi non ce l’abbiamo più, lo Stato!».
Parole tonanti. Tonitruanti. Alle quali faceva eco il fermo e appassionato disincanto di Alessandro Di Battista: «Questa Europa della Troika rappresenta degli atteggiamenti filomafiosi e criminali. Perché, ditemi, qual è la differenza fra Cosa nostra che fa saltare per aria le persone e delle riforme strutturali imposte da qualcuno che nessuno ha votato e che hanno causato in Grecia l’aumento sistematico di suicidi o di malattie come la tubercolosi? Qual è la differenza fra la Mafia e questi organismi internazionali non eletti da nessuno che impongono delle scelte che distruggono le Costituzioni, i diritti dei lavoratori, conquistati con decenni di lotte, anche di sinistra? E’ necessario unire determinati movimenti – e io non guarderei troppo alle ideologie – perché facendo cartello nel Sud Europa rappresenti la terza economia a livello mondiale… e hai un potere contrattuale tale che occhio… non sono solo io che me ne vado dall’Euro – al di là che siamo solo noi del Movimento ad aver preso queste posizioni, comunque a chiedere determinati cambi strutturali – è un’Europa meridionale intera che lo chiede! E avrebbe una forza, un peso specifico, un potere contrattuale tale, se unissimo questi popoli, da far nascere un progetto politico interessante. Io mi sto dedicando anche a questo, a provare a costruire delle relazioni con i movimenti euroscettici, con le varie sfaccettature… e noi siamo estremamente euroscettici… perché non si può più pensare di ottenere alcun risultato rimandando nell’Euro. Vi esorto a pensare che oggi c’è un potere centrale essenzialmente criminale e dei popoli che se si uniscono… hanno una possibilità… se rimangono divisi invece… chi gode è proprio quel potere». Ma il Conte Bis – l’orripilante, il ributtante, l’immondo frutto dell’unione di due cadaveri viventi, meccanicamente mossi solo dai riflessi primari dei non morti – non farà che fomentare il grillo della fierezza, della dignità, nei cittadini dabbene; mostrando a Cassese come l’europeismo sguattero sia, nella coscienza dei popoli, solido come la quercia delle esternazioni grilline.