Mi avete rubato il futuro
Mi avete rubato il futuro. Sì, voi che leggete queste righe stravaccati sulle Ikea Markus da gran dirigenti del mass market più dozzinale! Un tempo avrei preso 100mila lire per questo articolo; ma che dico 100mila lire, un milione di lire! E invece oggi? Mi avete rubato il futuro. Quando ero giovinetto e sognavo di far la vita di De Michelis esibivo erezioni mattutine turgide di ottimismo; oggi penso alla De Micheli e mi serve il defibrillatore. Mi avete rubato il futuro. Voi post-sessantottini smantellatori di ogni autorità, di ogni prammatica, germi solerti nell’infettare il mondo con l’emergenza climatica del relativismo, patetico camuffamento della vostra mediocrità… che il Gran cornuto vi porti! Invidiosi della libertà che le regole garantivano, del valore che dissodavano, servi dell’avidità e dell’invidia, avete livellato il pensiero all’altezza dei barboncini e avvelenato l’ecosistema della civiltà. Ma soprattutto… mi avete rubato il futuro. Voi totalitaristi del consumo, inoculato come virus negli organismi sociali e quindi edificato a grottesco totem per le moltitudini, mercificatori dello spirito, industriali di idee fatte in serie… mi avete rubato il futuro.
Voi… grossisti di buonoidi sentimenti, mercanti di solidarietà tarocca e correttume, pifferai tragici per amigdale di testoline disabitate, spacciatori di droghe terzomondiste per tossicomani dissonanti, strateghi somari di conflitti fra poveri che inghiottiranno i vostri stessi giardinetti: mi avete rubato il futuro. E avete assassinato quello di 200milioni di bambini malnutriti nel mondo, che neppure hanno le forze per trascinarsi al pozzo dove cercare acqua pulita che non c’è… mentre una treccioluta marionetta cacacazzi da voi maldestramente manovrata sproloquia zacchere millenariste dalla zattera a vela di Pierre Casiraghi. Voi classe dirigente, senza classe alcuna né guida, mi avete rubato il futuro, ma non me ne preoccupo granché; perché il futuro è da sempre l’unico tipo di proprietà che i padroni concedono liberamente agli schiavi.