Meloni d’Italia
Come sapranno i lettori più affezionati, i miei voti vanno a lei. E quanto sono ben meritati! Il suo vigoroso fiorire inebria di amor patrio. L’orgoglio senza la vanità, questa è Giorgia Meloni. Come avevo già scritto, non avrà forse la magnificenza da marescialla di Francia della Le Pen; ma è un’amazzone della Garbatella, l’adusta madre, ardente e furente che di qual sia cavaliere non teme affronto. Il suo orizzonte culturale è certo di borgata, la pianificazione identitaria un poco velleitaria: eppure espugna il cuore con un incorrotto pragmatismo che non si è mai bruciato nell’aridità. Lei dovrebbe amministrare questo Paese: donna fra le donnette da talk show; più uomo di tutti i maschi pusilli che la circondano; politica di razza, fra ronzini arrivisti, maneggini e pagliacci. La tacita virtù del sacrificio che brilla di fronte alla boriosa atteggiata mezza-sapienza. Democratica autentica fra i fascisti di sinistra che la odiano perché è tutto ciò che loro non sono: libera, coraggiosa e onorevole.