Beppe_Severgnini

«E se Boris Johnson vincesse nettamente?», scriveva l’11 dicembre Beppe Severgnini. «L’incertezza sarebbe d’altro genere, ma rimarrebbe. Londra uscirà dall’Unione Europea, come da programma, il prossimo 31 gennaio. E comincerà il periodo transitorio, durante il quale la Gran Bretagna dovrà sottostare alle regole europee. Quel periodo termina il 31 dicembre 2020. Nel frattempo si dovranno negoziare nuovi accordi con l’Unione Europea. Scambi, sicurezza, dati, servizi finanziari, commercio e dogane, agricoltura, pesca: la materie sono tante, la complessità immensa. Per negoziare gli accordi con Canada, Corea del Sud, Giappone e Singapore ci sono voluti da quattro e nove anni: ed erano ben più semplici. La tentazione, per un nuovo governo conservatore, potrebbe essere questa: fare del Regno Unito un paese ultraliberista e deregolato; e così attrarre investimenti e talenti. È il sogno (interessato) di Donald Trump. Ed è un tema di cui si parla da anni: fa parte della cultura del partito fin dai tempi di Margaret Thatcher, che però — donna pragmatica — teneva a bada l’euforia dei suoi giovanissimi ideologi, appena usciti da Oxford. Domani quel gruppo — Boris Johnson, Michael Gove, Jacob Rees-Mogg — potrebbe ritrovarsi al potere, ed essere tentato di trasformare la Gran Bretagna in una nave corsara al largo dell’Europa.

Sarebbe un errore grave. Non sono più i tempi del pirata Sir Francis Drake: la fortezza europea è robusta e i difensori dispongono di cannoni potenti. Ci ripugna l’ìdea di sparare — metaforicamente — sui nostri amici inglesi. Ma, se ci costringono, ci toccherà farlo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tag: , , ,