Scrivere criticamente della libera espressione della donna, del suo rapporto con il corpo, di sessismo e discriminazione, è come bonificare ordigni esplosivi improvvisati. Ogni commento può essere l’ultimo. Ma noi siamo artificieri in punta di penna e quindi anche in questo caso avanzeremo sprezzanti del cimento, sfidando gli argomenti ad populum come quelli ad baculum, sperando di non finire mazziati. Semplificando una nutritissima letteratura in materia, è facile distillare questo ponderato precetto: «Una femmina può vestirsi e atteggiarsi come vuole senza per questo dover essere giudicata una poco di buono. Chi così la valuta per ragioni superficiali è un sessista […]