Il “train surfing”, l’ultima sfida social
Agganciati all’ultimo vagone del treno per “surfare“ sui binari a velocità folle finchè il fisico regge. A Milano non si era ancora visto.
Fino a due giorni fa, quando sono state postate dagli stessi giovanissimi autori le immagini – foto e video – dell’ultima sfida social che si fa fatica a stabilire se sia più pericolosa o più idiota. Eccoli nella foto, diffusa nelle loro storie dai due ragazzini protagonisti, entrambi minorenni, agganciati alla metropolitana della linea verde (con destinazione “Gessate“) nel tratto in cui esce all’aperto.
Incappucciati, per non farsi riconoscere, alla fine i due si scambiano il pugno in segno di soddisfazione per l’impresa. Il “train surfing“ è infatti solo l’ultima «deriva comportamentale» di questi adolescenti che sui loro profili vantano l’arrampicata sulla torre di via Masaccio, la scalata dello stadio di San Siro e sull’Arco della Pace. Li potete vedere nelle foto mostrate sui loro profili.
Dopo l’“urban climbing“ ora Milano rincorre l’ultima moda estrema che si sta diffondendo in Europa. In Svizzera un giovane di 21 anni, neanche proprio un ragazzino quindi, rischia di perdere una gamba per essere caduto mentre “surfava“ .
Un paio di mesi fa, ad Ancona un 18enne si era attaccato all’ultimo vagone di un Intercity resistendo per cento chilometri fino ad arrivare alla stazione di Pescara in condizioni disperate. Quello che conta poi è il video da postare, magari imbrattando il treno con il “tag“ per firmare la loro impresa.
«Speriamo non diventi la nuova moda – commenta con preoccupazione Fabiola Minoletti del Coordinamento dei Comitati Milanesi – Del resto ormai sanno che arrampicandosi si monumenti, torri eccetera non è configurabile un reato… chissà invece sui mezzi di trasporto. Un’inquietante deriva comportamentale esplorativa che occorre a questo punto affrontare seriamente».
I due ragazzini che hanno surfato sulla metropolitana milanese non sono stati infatti formalmente identificati. «Sono tecniche pericolosissime che mettono in serio pericolo la vita di chi le pratica», oserva ancora Fabiola Minoletti.
C’è il rischio di cadere, ovviamente, ma come hanno spiegato più volte anche gli esperti c’è anche il rischio del folgoramento.
Eppure per queste challenge estreme che “servono“ ai ragazzini per sentirsi forti non si configura alcun reato.
Il 18enne di Ancona ad esempio quando è stato fermato, ha avuto una multa di poco più di 500 euro per aver “attraversato zone il cui transito era consentito solo al personale ferroviario“, niente di penale dunque. Forse prima che la moda dilaghi le norme «dovrebbero adeguarsi così come ad esempio è successo con cyberbullismo», conclude Minoletti.