Il principio del risultato nel Codice dei contratti pubblici
Nell’ambito del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) il principio del risultato emerge come colonna vertebrale della normativa, orientando l’azione delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti verso l’obiettivo di garantire affidamenti e esecuzioni contrattuali caratterizzate dalla massima efficienza e dalla migliore alchimia tra qualità e costi.
Tale principio, sancito dall’art. 1 del Codice, non solo presiede alla gestione dei contratti pubblici ma incarna anche una visione più ampia, mirata al buon andamento e alla massimizzazione dell’efficienza nell’uso delle risorse pubbliche, in linea con gli obiettivi di trasparenza, legalità e concorrenza.
Con tale articolo il legislatore ha posto le basi per un sistema di affidamento che privilegia il raggiungimento del miglior equilibrio tra la qualità delle prestazioni e l’ottimizzazione dei costi, attraverso un processo competitivo e trasparente.
Il principio del risultato si configura come guida nell’ottica di una gestione oculata e responsabile dei contratti pubblici, promuovendo una cultura della performance che va oltre la mera esecuzione contrattuale per abbracciare un approccio olistico alla realizzazione degli obiettivi di interesse pubblico.
L’incidenza del principio del risultato si manifesta nella valutazione della responsabilità del personale amministrativo e tecnico, il quale si trova a operare in un contesto normativo che richiede un’esercizio della discrezionalità guidato dalla massimizzazione dell’efficacia e dell’efficienza. La normativa prevede, inoltre, come indicato nell’articolo citato, specifici meccanismi per l’attribuzione degli incentivi, conformemente alle modalità stabilite dalla contrattazione collettiva, enfatizzando l’importanza di allineare gli interessi individuali con gli obiettivi di performance collettiva.
La concorrenza tra gli operatori economici, funzionale al conseguimento del miglior risultato possibile, si colloca al centro della dinamica contrattuale. Questo aspetto, unitamente alla trasparenza nelle procedure e nelle decisioni, contribuisce a creare un ambiente in cui la semplicità e la celerità nell’applicazione delle regole sono garantite, favorendo così la piena verificabilità delle azioni e delle scelte compiute dalle amministrazioni.
In tale contesto, il Codice dei contratti pubblici si configura come uno strumento normativo essenziale per la regolamentazione dei rapporti tra la pubblica amministrazione e il mondo delle imprese, definendo i contorni di un sistema in cui l’efficienza e l’efficacia delle azioni pubbliche si traducono in benefici tangibili per la comunità e per l’economia nel suo complesso.
Questa disposizione assume un ruolo critico, stabilendo un legame diretto con altre parti del Codice, inclusi i doveri e le responsabilità del nuovo Responsabile Unico del Procedimento (RUP) (clicca qui per un approfondimento sul RUP).
Il principio del risultato nel Codice dei contratti pubblici, dunque, rappresenta un pilastro fondamentale per l’orientamento delle politiche e delle pratiche contrattuali in ambito pubblico: attraverso la sua applicazione, si promuove un paradigma di gestione che privilegia la qualità, l’efficienza e la trasparenza, con l’obiettivo ultimo di servire al meglio l’interesse della comunità e di contribuire efficacemente al progresso sociale ed economico.