Lite sull’omofobia, seduta presidiata dalla forza pubblica
Clima incandescente in Zona 3. E l’opposizione punta il dito contro la gestione del Consiglio. Pochi giorni fa la bagarre è scoppiata sul tema “omofobia“. L’antefatto è una vicenda di cronaca che risale ormai a un paio di settimane fa. Una aggressione, non solo verbale, davanti a un locale di via Panfilo Castaldi: insulti e una bottiglia lanciata contro alcune persone ferme sul marciapiede. Un consigliere del Pd, Gabriele Mariani, quindi, ha presentato una mozione di condanna dell’accaduto. Il documento rilevava “che questo è solo l’ultimo di una serie di atti violenti con chiare connotazioni omofobiche”, “non una mera coincidenza” – avvertiva il presentatore, Mariani, ma “il prodotto di un negativo e discriminatorio retroterra culturale”. La mozione chiedeva una condanna ferma di quello di “questo atto di provocazione omofobica”, chiedendo al sindaco e alla giunta “che vengano promosse azioni concrete di inclusione e lotta alle discriminazioni capaci di generare quel cambiamento promesso e più volte annunciato”. Mariani chiedeva anche “iniziative nel territorio, quali dibattiti, convegni, conferenze, finalizzate a sensibilizzare e a contrastare ogni forma di discriminazione”.
I problemi sono arrivati con la discussione in Consiglio. L’opposizione era disponibile e d’accordo nel “condannare ogni forma di violenza” ma la discussione si è trasformata in scontro ideologico: “Purtroppo – racconta Francesco Migliarese vice capogruppo Pdl – la sinistra ha voluto come sempre strumentalizzare questo e altri episodi per portare avanti battaglie ideologiche inaccettabili, come quelle sul matrimonio e l’adozione omosessuale”. “A Milano – ha aggiunto – non c’è alcuna emergenza omofobia e richiedere fondi al Comune per questo genere di cose è al di là del buon senso, tanto più in un momento in cui Pisapia carica i cittadini di aumenti e nuove tasse”. Migliarese riferisce che su queste posizioni gli animi si sono scaldati talmente tanto che il presidente, Renato Sacristani, ha dovuto chiedere alla forza pubblica di “presidiare” la sala per ragioni di sicurezza. E che lo scontro è proseguito poche sere dopo, quando un suo intervento è stato più volte interrotto con insulti e urla che hanno indotto alla sospensione della seduta per placare gli animi.