Ci mancava solo la preghiera islamica in Università. E sono intervenuti ministro e rettore di Torino dopo il caso del sermone musulmano tenuto venerdì scorso, a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, da Brahim Baya, esponente della comunità musulmana locale e imam di via Chivasso.
Università e ministro sono intervenuti per «condannare» l’inedita novità di un’università, tempio del sapere laico, trasformata in una sorta di moschea, in cui una figura religiosa islamica – ed è immaginabile che a un uomo di Chiesa gli studenti di sinistra non lo avrebbero mai consentito – ha parlato per mezz’ora di fede, di guerra e di Medio oriente, scagliandosi contro Israele, dipinto come «entità genocida» e colonizzatrice, contro la quale ha oltretutto evocato anche una forma di «jihad», vale a dire «uno sforzo per difendere vita, diritti e vera pace».

Il Giornale ne ha parlato tre giorni fa, quindi – spiega in una nota l’Università di Torino – la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha contattato telefonicamente il rettore. Durante la conversazione telefonica, il rettore ha precisato che «il fatto è avvenuto in situazione di occupazione da parte di studenti, i quali impediscono da giorni l’accesso a docenti e personale universitario; quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti». Il rettore e la ministra – conclude la nota – hanno quindi condiviso un sentimento di piena condanna sull’accaduto».

Il caso suscita particolare impressione se si pensa che gli studenti ebrei – negli atenei – cominciano ad aver paura.
L’intervento di ministro e rettore di Torino è stato sollecitato anche dalla protesta di alcuni professori. E ieri ha detto la sua anche l’assessore al Diritto universitario della Regione Piemonte Elena Chiorino: «Un episodio intollerabile, vergognoso, – ha detto – che merita una condanna ferma e dura. Si tratta di una totale mancanza di rispetto verso le vittime della violenza del fanatismo islamico ed è ancor più grave che tutto questo sia accaduto di fronte a studenti all’interno dell’Università».
Ma l’imam non si è mostrato affatto preoccupato delle reazioni, «Venerdì – riporta il Corriere Torino – vogliamo organizzare la preghiera al Politecnico».