“Con le sue dimissioni perdiamo una garanzia di credibilità ed equilibrio per tutti”. Così, amaramente, il direttore del museo della Brigata ebraica, Davide Romano, commenta l’addio del presidente di Anpi Milano, Roberto Cenati, che ieri ha lasciato la guida dell’associazione (guidata per 13 anni) a causa di un dissenso profondo sulla imminente manifestazione di Anpi e Cgil a Roma, quella del 9 marzo per “fermare il genocidio” a Gaza (un “genocidio” che secondo Cenati non c’è).

Un “gesto di coerenza e di coscienza” quello di Cenati, che ieri ha ricevuto decine e decine di messaggi di solidarietà, e che oggi molti salutano come un galantuomo dotato di un equilibrio e di una saggezza che sarà molto difficile sostituire. “Con lui – dice Romano – è stato possibile rendere onore alla storia facendo partecipare le insegne della Brigata ebraica al corteo milanese del 25 aprile. Qualcosa di affatto scontato (a Roma questo non è possibile, per esempio)”. “Sarà difficile trovare una personalità alla sua altezza – dichiara Romano – L’amore per la Storia e la Resistenza oggi viene troppo spesso usato come arma politica, invece che come sprone per lo studio e la comprensione dei meccanismi per difendere la democrazia”.

“Noi – conclude Romano – restiamo fedeli alla lotta partigiana e degli Alleati per la democrazia. Voglio sperare che l’Anpi post Cenati non strizzi l’occhio a dittature in giro per il mondo, come talvolta accade. All’amico Cenati un profondo ringraziamento per la serietà con cui ha interpretato il suo ruolo, e soprattutto per il cuore che ci ha messo. Saremo lieti di continuare a collaborare con lui in altre sedi e forme”.