Tutto quello che sapete è falso. Non è un titolo del filone complottista ma la situazione in cui si trova oggi chi si occupa di politica o ne segue le vicende. Le certezze su cui si è retta stagione intera, quella del bipolarismo, stanno tramontando una a una sotto i colpi della voglia di nuovo. Capita così che il Pd perda Livorno a beneficio dei 5 Stelle, ma anche Perugia a vantaggio di Forza Italia. Ma non sono solo le roccheforti a cadere, basti pensare a Pavia. Una delle certezze crollate con questi ballottaggi, a guardare i dati del day after, è la fine del vantaggio dei sindaci uscenti. Era un dato ormai scontato e verificato un po’ ovunque: il sindaco uscente era quasi sempre ricandidato, senza passare da primarie o grandi discussioni. E il primo cittadino che chiedeva il bis partiva con un buon 10 per cento di vantaggio sullo sfidante, chiunque esso fosse. Il candidato con la fascia tricolore addosso, dunque, era spessissimo riconfermato, in genere, a meno che non avesse fatto grandi errori. Stavolta è accaduto esattamente il contrario: essere uscente è diventato una sorta di handicap elettorale, basti pensare – appunto – a Pavia, Padova e a Perugia. Ma anche a tanti altri piccoli casi locali. A questo punto trovare un sindaco confermato è difficile. L’eccezione che conferma la regola, nel Milanese, si trova a Paderno Dugnano. Qui Marco Alparone di Forza Italia, “nonostante” fosse il sindaco uscente, è riuscito a vincere, e bene, prendendo il 55% dei voti. Una vera rarità. Un’impresa.

Marco Alparone (Forza Italia) confermato a Paderno Dugnano

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