C’è un pacifista senza i paraocchi
Sono una vecchia conoscenza della politica italiana ed europea. Un vecchio leader nonviolento come Marco Pannella quando li nomina, aggiunge sempre “con rispetto parlando”, considerandoli “nemici della democrazia” da quasi un secolo. Sono, storicamente, quelli che chiedevano il disarmo agli Usa e chiudevano un occhio volentieri sull’Urss. Praticamente disinteressati a guerre civili e colpi di stato in mezzo mondo, ove non fossero implicati in qualche modo i Paesi “capitalisti“. Sono i pacifisti. Per qualcuno, maliziosamente, “pacifinti“.
Bene, questa tradizione è viva e lotta insieme a…loro, in Italia. Nella sinistra neo comunista, nelle associazioni, nei gruppi – a volte anche di ispirazione cattolica. E in questi giorni fa ovviamente sentire forte la sua voce. Come? Chiedendo alla comunità internazionale di fermare Israele. E basta. Senza dire una parola sul resto, assecondando una visione del tutto unilaterale, e dunque mistificatoria, della realtà dei conflitti mediorientali. Ma c’è speranza che qualcosa possa cambiare? Forse sì, a giudicare da quel che scrive e dice un giovane esponente della sinistra milanese, che sicuramente si definirebbe pacifista, ma che non sembra avere i paraocchi: il presidente di Zona 8, Simone Zambelli. Prima, con il suo Consiglio, ha commemorato tutti e quattro i ragazzi i (tre israeliani e un palestinese) massacrati in quella martoriata terra prima della guerra. Scontato? Forse sì. Poi ha scritto: “Che si fermino i razzi di Hamas, che si fermi la strage di uomini, donne e bambini a Gaza“. Scontato? Può darsi. Quindi ha condiviso l’iniziativa di Daniele Nahum, esponente della comunità ebraica, che ha protestato per le parole inaccettabili di un leader musulmano milanese, quelle che hanno suscitato le reazioni indignate di mezza giunta. Quindi Zambelli si è scagliato contro Hamas: “Un gruppo di fascisti e razzisti, teocrati e misogini, diversi dalla maggioranza della società palestinese” ha scritto. Insomma, uno così sembra un pacifista nuovo, sincero, senza i paraocchi. Uno così non ci sta (o sta proprio stretto) nella foto che ritrae la capogruppo comunista Anita Sonego a pugno chiuso con la bandiera palestinese in Galleria. Speriamo bene.