Un immobile di viale Suzzani è stato occupato da un drappello di anarchici. E cose simili accadono quasi ogni giorno a Milano. Ma quello della zona Niguarda non è un edificio qualsiasi: è la caserma Mameli, sede del Terzo Reggimento, l’unità più decorata d’Italia – una caserma dove hanno lavorato, anzi vissuto, migliaia di bersaglieri italiani. Fra questi anche un ex eurodeputato (e consigliere comunale di Milano), Carlo Fidanza, che ha rimesso il suo cappello piumato per partecipare al presidio – di cittadini e bersaglieri – che ha chiesto lo sgombero della Mameli – come già formalmente ha fatto anche la proprietà della caserma, la Cassa depositi e prestiti.

“Non ho fatto niente di particolarmente eroico ovviamente – dice Fidanza – molto ufficio e poco poligono. Ma ne ho respirato la storia, mi sono emozionato davanti alla sua gloriosa bandiera di guerra, ho pianto quando a dicembre si ricordavano “le battaglie di Natale”, quando sul fronte russo il Terzo del colonnello Aminto Caretto (per tutti, per sempre, “papà Caretto”) resistette strenuamente alle “soverchianti forze nemiche”. E da quella volta cercai di non mancare più. Mi sono battuto per scongiurare la chiusura della caserma e il trasferimento del Reggimento. Ci riuscimmo per poco, oggi la bandiera del Terzo sventola a Teulada ed è in buone mani. Sono diventato un bersagliere, più precisamente un bersagliere del Terzo”.

“Oggi – ha scritto Fidanza – dove fino a qualche anno fa gli abitanti dei palazzi limitrofi sbirciavano dai balconi per vedere i nostri fanti piumati correre orgogliosi e quel che rimaneva della nostra fanfara suonare l’inno all’alzabandiera, un gruppo di anarchici occupa quel che rimane della nostra amata caserma Mameli ormai dismessa. Entrano ed escono indisturbati, alla garitta e al pennone hanno appeso i loro simboli, in segno di spregio per una storia di onore che non conoscono e non potranno capire”.

FIDANZA

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