La semina garantista dà buoni frutti
C’ è una speranza per i garantisti italiani. Per i sostenitori di una battaglia liberale che è storicamente prestigiosa e che negli ultimi anni è cresciuta fra mille avversità. La speranza è che certe battaglie vadano avanti anche nell’Italia del 2020, o del 2050 (insomma, anche in futuro) e che non siano soffocate dalle pulsioni populiste che oggi – in tempi di crisi, rabbia e anti-politica – sembrano avere la meglio nei partiti italiani. Una classe dirigente giovane e garantista c’è. A Milano c’è. E (del tutto al di là dei casi di merito) è emersa anche negli ultimi anni, quando si è fatta notare qualche voce, qualche giovane (o meno giovane) esponente di Forza Italia (e non solo a dire il vero) appartenente a varie “correnti” del movimento ma orgogliosamente fedele a un’idea di giustizia che deve essere certo rispettata ma che è separata dalla politica e (almeno fino al terzo grado di giudizio) non deve determinarne le sorti.