Luci sulla polveriera San Siro
San Siro esplode. I segnali continuano e in direzione univoca: se c’è a Milano un quartiere che si candida a polveriera sociale, questo è il quadrilatero di case popolari disegnato da piazzale Selinunte e dalle vie Civitali, Paravia, Zamagna e Morgantini. Il Giornale ha dato conto ieri dell’eterno caso di via Paravia, dove la scuola pubblica ospita 125 alunni stranieri su 131. E, sempre nel Quadrilatero, in una delle strade che detiene il record di occupazioni abusive, via Travia, i residenti si sono svegliati sommersi da quintali di immondizia.
“Sembrerebbe – dice il consigliere comunale Alessandro De Chirico, dopo un sopralluogo – che qualcuno abbia “ripulito” i cortili ingombrati da mesi dalla spazzatura spostando la discarica sul pubblico suolo. Ho avvisato immediatamente Amsa, Aler e i vigili di quartiere di piazza Selinunte. Ora speriamo che qualcuno intervenga quanto prima” dice, per poi commentare: “Al di là di questo episodio è sempre più evidente che le istituzioni non siano in grado di affrontare la situazione. Si susseguono gli episodi in cui la gente perbene, che paga regolarmente affitto e spese, scende in strada per impedire le occupazioni”. “Dopo gli arresti di giugno – secondo De Chirico – il racket è passato in mano ai rom che ora occupano l’80% di alcuni palazzi di San Siro. Gli assegnatari regolari sono sfiduciati da un sistema al collasso anche a causa della scarsità di strutture di emergenza che possano accogliere gli sgomberati per via dell’alto numero di profughi ospitati nei centri. Ci sono anche i più furbi, affittuari in regola, che per arrotondare subaffittano illegalmente a personaggi in attesa del permesso di soggiorno. Nessuno, comprese le forze dell’ordine, ha idea di quante persone siano effettivamente presenti nei 900 alloggi occupati nel “Quadrilatero della paura”. Un sistema che è ormai al collasso, mentre la rabbia di chi si sente abbandonato al suo destino rischia di deflagrare. In gioco ci sono la tranquillità degli inquilini onesti, la pace sociale e la sicurezza di tutto il Paese in pericolo dalla minaccia terroristica”.
La minaccia terroristica è un’ombra che aleggia da tempo su San Siro. Proprio da una casa popolare di via Civitali partì il libico Mohamed Game, il 12 ottobre 2009, per assaltare la caserma Santa Barbara con un ordigno rudimentale che ferì un caporale dell’esercito (mentre lui rimase cieco e menomato). E proprio in via Paravia abitava e complottava Abou Nassim, alias Moez Ben Abdelkader Fezzani. In una casa di San Siro, secondo i magistrati italiani, Fezzani organizzava l’invio in Afghanistan talebano dei «mujaheddin» destinati «all’uso delle armi e alla preparazione di azioni suicide». Catturato dagli americani in Afghanistan, Fezzani in Italia era stato prima assolto in primo grado e poi condannato a 6 anni di carcere, ma lui – nel frattempo espulso – era già libero in Tunisia, poi in Siria infine in Libia, prima con Al Qaida poi da «pezzo grosso dall’Isis», prima di essere catturato in Sudan ed estradato a Tunisi. Per questo ha pensato a San Siro, oggi, il coordinatore milanese di Forza Italia, Fabio Altitonante, quando è arrivata la notizia dell’ennesima espulsione per terrorismo.
“Bene la notizia dell’espulsione del tunisino jihadista rintracciato a Milano – commenta Altitonante – ma si conferma ancora una volta che nella nostra città potrebbero nascondersi cellule terroristiche pronte a esplodere. È questa la ragione per cui da tempo chiediamo maggiori controlli sul territorio, auspichiamo che il Comune di Milano si decida a intervenire, visto che è anche l’attore principale al tavolo sulla sicurezza in Prefettura”. “Preoccupante – sottolinea – è soprattutto la situazione nelle case popolari, un quartiere su tutti San Siro, dove non sappiamo chi si nasconde nei quasi 900 alloggi occupati abusivamente in prevalenza da musulmani. Palazzo Marino, se vuole, può collaborare, ad esempio, istituendo subito una task force della Polizia Locale per un controllo casa per casa”.