Oltre 200 persone hanno partecipato ieri alla manifestazione di protesta promossa dall’Ordine degli Avvocati di  Milano davanti al Consolato generale della Repubblica islamica dell’Iran di Milano per protestare contro la condanna a 38 anni di carcere (e 148 frustate) inflitta alla collega iraniana Nasrin Sotudeh.

«È stata condannata a una pena elevatissima – ha detto il presidente dell’Ordine Vinicio Nardo – perché, evidentemente, difendeva persone che si riteneva non dovessero essere difese. Per gli avvocati è un dovere intervenire e protestare non solo quando vengono negati i più elementari diritti di difesa delle persone, ovunque si trovino, ma quando questa negazione dei diritti avvenga colpendo gli avvocati. È un fenomeno che si sta ripetendo ovunque e troppo spesso. Ora la vicenda colpisce un avvocato-donna, ed è legittimo il sospetto che l’identità di genere abbia potuto incidere in quanto è avvenuto: una serie di violazioni che non potevano lasciarci indifferenti». Alla manifestazione hanno aderito delegazioni di altri ordini (Torino e Busto Arsizio), associazioni forensi e della società civile che hanno espresso la loro solidarietà all’avvocata Sotoudeh: la Camera penale «Gian Domenico Pisapia», con la presidente Monica Gambirasio; AslaWomen, con l’avvocata Barbara De Muro; l’Unione avvocati amministrativisti, con il presidente Umberto Fabntigrossi; l’associazione Italia Stato di Diritto, con la presidente Simona Viola; la consigliera dell’Ordine Silvia Belloni, una delegazione del Partito radicale, la deputata Lia Quartapelle; alcuni consiglieri comunali Pd, con l’avvocato Alessandro Giungi, promotore dell’ordine del giorno approvato lunedì 15 aprile, che propone di conferire la cittadinanza onoraria di Milano a Nasrin Sotoudeh. «L’Iran è un grande e importante Paese – ha osservato Nardo- e ho chiesto di incontrare il Console generale, il quale gentilmente mi riceverà domani. Gli porterò la nostra delibera, nella quale proponiamo anche di candidare Nasrin Sotoudeh al Premio Nobel per la Pace, e gli porterò il senso di questa manifestazione e di quello che ciascuno di voi, con la compostezza che si addice agli avvocati, vorrà dire dopo di me».

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