Coronavirus, Fontana spera nella ricerca israeliana
La speranza risiede in Israele e nella sua capacità di ricerca medica e scientifica. Anche la speranza di Attilio Fontana, il governatore lombardo protagonista assoluto del caso Coronavirus e notoriamente molto amico di Israele.
A rivelare questa speranza, e questa fiducia, il nuovo ambasciatore di Israele Dror Eydar, che ieri pomeriggio ha scritto una lunga “cartolina da Roma” sul caso, un articolo pubblicato su Israel today. “L’altro giorno – ha detto – ho parlato con Attilio Fontana, governatore della Lombardia, una regione ricca di industrie, di cui Milano è capoluogo”. “Volevo esprimergli la mia solidarietà e l’augurio per la salute dei suoi residenti – ha rivelato il diplomatico di Gerusalemme – Mi ha detto della situazione. Gli ho chiesto come possiamo aiutare. Mi ha risposto di esser contento che Israele è amico della Lombardia, e che sa che Israele ha fra le migliori menti del mondo; spera che ora siano diligenti e rapidi nel trovare una cura per il virus. Gli ho detto che avrei trasmesso le sue parole”.
I rapporti fra la Lombardia e lo Stato ebraico, fra l’altro, sono molto intensi. Anche e soprattutto dal punto di vista scientifico e medico. Di pochi mesi fa è il viaggio in Israele dell’assessore Giulio Gallera, che ha visitato di persona diversi centri di eccellenza e ospedali, con l’obiettivo di intensificare la collaborazione fra queste due realtà avanzate in campo tecnologico e scientifico.
Eydar, nella sua cartolina, ha affrontato da diverse angolazioni la vicenda dell’emergenza sanitaria. Ma prima ha spiegato che “sabato scorso il rabbino si è fermato nel mezzo del brano settimanale della Toràh, proprio mentre venivano lette le parole ‘e terrò lontana da te la malattia, e insieme abbiamo elevato una preghiera per la guarigione dei malati in tutto il mondo, in special modo in Cina,. Non sapevamo che la malattia era apparsa anche in Italia”.
E oltre a cimentarsi con considerazioni storiche e filosofiche, oltre a ricordare che “in Italia, l’epidemia nera diede alla luce il ‘Decameron’ di Giovanni Boccaccio”, l’ambasciatore ha fornito anche alcune informazioni pratiche sull’attività diplomatica: “Può darsi che il virus svanisca o si indebolisca – Voglia il Cielo! – Ma potrebbe invece anche rafforzarsi, e la situazione potrebbe cambiare anche a Roma. All’ambasciata, dobbiamo essere pronti a fronteggiare tutti gli scenari possibili, e ieri abbiamo ipotizzato un’emergenza: chi resta all’ambasciata, chi a casa, e chi ritorna in Israele. Qui ci sono diplomatici con famiglie e bambini. Dalla Cina abbiamo imparato: i funzionari del Ministero degli Esteri sono gli ultimi a restare sulle mura. Israele ha importanti interessi nel mondo, ed è essenziale continuare a curarli, anche in situazioni di crisi”.
“In questo momento – ha proseguito – è importante fare attenzione a non cedere al panico inutile; la verità è la migliore amica. Non dobbiamo prendere ogni notizia come oro colato e come fosse la Torà scesa dal Sinai; Vale la pena verificarne la credibilità con una serie di fonti, e aggiornarsi con i ministeri e le istituzioni governative. Alla fine, anche questa “corona” cadrà, e un sole di giustizia e risanatore purificherà con i suoi raggi questa bella terra”.