Qualcosa si muove in Tunisia, dopo il colpo di mano del Capo di Stato Kaïs Saïed, che ha esautorato il Parlamento a partire dal suo presidente dell’Assemblea, il leader del partito islamico Ennhadha (primo gruppo in parlamento), Rached Ghannouchi. “Chi parla di colpo di Stato dovrebbe leggere la Costituzione o tornare al primo anno di scuola elementare” aveva detto Saied dalla tv di Stato.

Ora si tratta di vedere come  evolverà la situazione e come si evolverà anche la figura di Saied, se sarà costretto a scegliere di diventare l’ennesimo “rais” o se avrà forza e visione per proporsi come il padre di una nuova Tunisia laica e democratica. Insomma, se sarà un De Gaulle tunisino o un dittatore qualsiasi.

Intanto, il nuovo premier potrebbe essere Marouane Abassi, attuale governatore della Banca centrale tunisina. Orsini è stato citato come una delle tre personalità in lizza per ricoprire l’incarico di prossimo capo del governo tunisino. Abassi, 62 anni, è a capo della BCT dal febbraio 2018 e professore ordinario all’Università di Cartagine nel 2007. Gli altri due candidati a ricoprire l’incarico sono gli ex ministri delle Finanze Hakim Ben Hamouda e Nizar Yaïche. Fonti della presidenza della Repubblica hanno riferiscono che i ministri del futuro Governo saranno scelti meticolosamente sulla base delle questioni scottanti, prime fra tutte la situazione della sicurezza, la crisi economica e il rischio di vedere nuovamente crollare il sistema sanitario di fronte alle minacce di un nuovo ondata pandemica.

 

 

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