C’è una ruga sul suo viso, come una specie di sorriso. Il quarantunesimo passo sembra quasi al rallentatore, come se avesse voglia di sospendere il tempo, di fermarsi lì ancora un altro po’, per godersi la scena, per non dover scappare via. È lì che sorride, ma non è allegria, è come se si fosse sorpreso a ricordare con tenerezza quell’attimo che sta vivendo in quell’esatto momento. Usain Bolt sta sorridendo di nostalgia, in tempo reale. Solo un passo dopo, oltre il terzo oro sui cento in tre olimpiadi, oltre la settima medaglia sacra e le altre due da prendersi, […]