La guida che passa di mano
I protagonisti del periodi storico in cui ci troviamo immersi hanno per qualche mese sovvertito i propri rapporti di forza. Economia, politica e scienza elencati nell’ordine in cui negli ultimi anni hanno avuto importanza, durante l’emergenza Covid19 hanno subito una chiara differenza di ruolo. La scienza ha (finalmente?) preso con grande nettezza il sopravvento e costretto la politica a tacitare l’economia per salvaguardare il bene più prezioso: la vita.
C’è chi ha visto in questo un disegno a tavolino in cui alcuni “poteri forti” avrebbero ordito, o addirittura scatenato, la pandemia per indebolire le economie mondiali, per innescare una nuova lotta per il primato, per stabilire un nuovo ordine mondiale. Non è certamente questa la sede per dibattere di questa eventualità (che personalmente considero del tutto remota), mentre è molto interessante riflettere sul fatto che forse per la prima volta vi sia stato un violento cambio di comando.
Le economie, praticamente tutte, sono state messe in stand by. Immobilizzate. Sapendo che questo provoca e provocherà “danni collaterali” molto rilevanti, ma ciononostante si è responsabilmente fatto quel che si “doveva” fare secondo la scienza medica e soprattutto epidemiologica. Ora l’economia scalpita per riprendere il comando e riassicurare a investitori e stakeholder che tutto riprenda come prima (più o meno).
Ed ecco il punto focale: la politica ha dimostrato una volta di più la sudditanza ad entrambe le altre due discipline. Invece di esserne la guida, è sembrato di vedere un cocchiere in balìa dei propri cavalli imbizzarriti che ne reclamavano la direzione da prendere. E così è ancora e probabilmente ancora sarà. Con tutti gli errori degli anni passati che improvvisamente si sono ingigantiti: i tagli alla sanità pubblica, lo spazio a quella privata che però non fa prevenzione, la scarsità di risorse dovute anche alla enorme evasione fiscale, l’inadeguatezza dello sviluppo digitale del paese a tutti i livelli, solo per citare alcune delle lacune più grosse.
Recuperare il ruolo guida che compete alla politica è ancora possibile?