Stato dell’Unione: botta e risposta Obama-Rubio
In un’ora esatta Barack Obama, parlando davanti al Congresso riunito per l’atteso discorso sullo stato dell’Unione, ha dettato l’agenda per i suoi prossimi quattro anni, concentrandosi soprattutto su questi temi: lavoro, rilancio dell’economia, immigrazione e controllo delle armi. Il presidente rispolvera i temi cari alla sinistra, sottolineando la necessità di alzare il salario minimo (da 7,5 a 9 dollari l’ora) e di investire 50 miliardi di dollari in lavori pubblici, a partire dalla ristrutturazione di 70mila ponti in pessime condizioni. Il presidente poi torna a sfidare la destra invitandola a collaborare sul fronte delle riforme più urgenti che il paese ha di fronte. (Obama nel suo quinto discorso sullo stato dell’Unione / leggi l’articolo – guarda il video).
A stretto giro di posta arriva la replica dei Repubblicani. Come annunciato è affidata al senatore Marco Rubio. “Il successo – sottolinea il politico di origini cubane – arriva da un’economia libera, ma Obama ritiene che la libera impresa sia la causa dei nostri problemi. Signor presidente, non mi oppongo ai suoi piani perché voglio proteggere i ricchi”. L’astro nascente del Gop poi ha puntato il dito sul presidente dicendo che è “ossessionato dalle tasse“. “Aumentare le imposte – ha detto Rubio – non creerà posti di lavoro nel settore privato. E non produrrà una riduzione del deficit. Per questo – ha aggiunto – spero che il presidente abbandonerà questa sua ossessione per lavorare al contrario a misure che assicurino davvero la crescita della nostra economia”.
Sulla middle class, su cui Obama ha puntato molto, Rubio replica: “L’opportunità di arrivare a far parte della middle class o anche oltre, non importa da dove si parte nella vita, non ci viene concessa da Washington. Viene da una pulsante economia libera nella quale le persone possono rischiare i propri soldi per aprire un’attività. E quando ci riescono, assumono più persone, che a loro volta investono o spendono i soldi che guadagnano, aiutando gli altri ad avviare a loro volta un’altra attività e a creare posti di lavoro”.
A un certo punto, sempre sullo stesso argomento, Rubio ha parlato in prima persona: “Signor Presidente, io abito ancora nello stesso quartiere operaio nel quale sono cresciuto. I miei vicini non sono milionari. Sono pensionati che dipendono dalla Social Security e dal Medicare. Sono lavoratori che domani mattina devono alzarsi presto per andare a lavorare per pagare le bollette. Sono immigrati, che sono venuti qui perché erano intrappolati in condizioni di povertà in Paesi in cui il governo dominava l’economia. Gli aumenti delle tasse e la spesa in disavanzo che Lei propone farà male alle famiglie della middle class. Costerà loro i loro guadagni. Costerà loro i loro benefici. Può costare ad alcuni di loro persino il posto di lavoro. E farà male agli anziani, perché non fa nulla per salvare Medicare e Social Security. Quindi Signor Presidente, io non sono contrario al suo programma perché voglio proteggere i ricchi. Sono contrario al suo programma perché voglio proteggere i miei vicini di casa”.
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