Incredibile ma vero: dopo 148 anni dall’approvazione del XIII emendamento, quello che aboliva la s chiavitù, c’era uno stato che non lo aveva ancora ratificato. Lo ha fatto solo qualche giorno fa, il 7 febbraio  2013. La legge, voluta dal presidente Abramo Lincoln, fu approvata dalla Camera il 31 gennaio del 1865 e fu ratificata nei mesi seguenti da 27 Stati su 36 che all’epoca dei fatti formavano il Paese (oggi sono 50). Gli altri nove la abolirono con tempi più lunghi. L’ultimo fu proprio il Mississippi, nel 1995, o almeno fino a qualche mese fa così si pensava. Invece quella ratifica non c’era mai stata. A scoprirlo è stato un professore della University of Mississippi Medical Center, Ranjan Batra. Dopo essere andato al cinema a vedere il film “Lincoln” di Steven Spielberg (nella foto), si è messo in testa di approfondire l’argomento. E’ andato a spulciare negli archivi e si è reso conto che la ratifica del 1995 non era valida. Per quale motivo? Nessuno l’aveva mai comunicata al National Archives and Records Administration (NARA), l’agenzia indipendente che registra i documenti governativi e amministrativi negli Stati Uniti. Sorpreso della sua scoperta il giorno dopo  ne ha parlato con un ricercatore della sua università, Ken Sullivan, che si è messo in contatto con il segretario di Stato del Mississippi, Delbert Hosemann (repubblicano). Questi si è interessato alla questione e il 7 febbraio 2013 gli uffici federali hanno comunicato di aver ricevuto la documentazione, mettendo fine, dopo quasi 150 anni, alla schiavitù anche in Mississippi.

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