Obama alzerà la voce contro la Corea del Nord? E fino a che punto? La minaccia nucleare di Kim Jong-un ovviamente preoccupa molto gli Stati Uniti. Ma la parola d’ordine numero uno, in questi casi, è questa: non mostrarsi (troppo) spaventati. Si farebbe il gioco del dittatore coreano. “La linea scelta da Kim Jong è più che provocatoria, è pericolosa e sconsiderata”, ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry. Ed è evidente che quattro anni di sforzi diplomatici non sono bastati, fino ad ora, a disinnescare la minaccia Pyongyang, così come quella di Teheran. Qualcuno accusa Obama di aver risvegliato il pericolo nordcoreano.

Dopo la rinnovata minaccia di Pyongyang (“Pronti a colpire l’America con l’atomica”), gli Stati Uniti hanno subito inviato un sistema di difesa anti-missile nell’isola di Guam. Ma Washington teme di spingersi troppo in là. Ha paura che un atteggiamento troppo aggressivo possa innescare una crisi ancora più profonda. Per questo, come alcune fonti hanno riferito al Wall Street Journal, la Casa Bianca per il momento ha ordinato di sospendere l’applicazione del piano approvato all’inizio da Obama, il cosiddetto “playbook”, temendo che Pyongyang, con un arsenale nucleare tutto sommato limitato e un leader assolutamente imprevedibile, possa sentirsi provocato più di quanto sia nelle reali intenzioni. “Il timore è di rafforzare le prospettive di incomprensioni da parte dei nordcoreani – ha detto una fonte dell’amministrazione – e che questo possa portare a giudizi sbagliati”. Insomma, l’America ha paura di spaventare troppo la Corea del Nord. E che questo possa innescare la miccia. Gli Stati uniti non credono che la Corea del Nord voglia veramente lanciare dei missili per rispondere alle esercitazioni congiunte Usa-Corea del Sud, in cui Washington ha applicato il suo piano mostrando i muscoli (i bombardieri B52 e B2 i caccia F22).

In questo nuovo capitolo di tensione nucleare alla fine potrebbe essere la Cina a giocare un ruolo decisivo, calmando i “bollori” del trentenne Kim Jong-un. Il segretario Usa alla Difesa, Chuck Hagel, dopo un colloquio telefonico con il suo collega di Pechino, Chang Wanquan, lo conferma: “Lavoriamo con i cinesi per evitare il conflitto”.

 

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