“Non ho amici americani”
Uno dei responsabili della strage di Boston diceva di “non avere neanche un amico americano perché non li capisco”. L’aveva scritto lui stesso su Internet. Questa frase probabilmente è alla base del suo folle disegno di morte. Il 26enne Tamerlan Tsarnaev, morto nello scontro a fuoco con la polizia a Watertown, amava la boxe e voleva fare l’ingegnere. Diceva di non fumare né bere alcolici. E commentando alcune sue foto a torso nudo precisava che raramente si toglieva la maglietta (lo aveva fatto per un servizio fotografico) perché era “un buon musulmano” e non voleva che le ragazze “si facessero venire idee…”.
Come suo fratello Dzhokar (19 anni), aveva fatto le elementari a Makhchkala, capitale del Daghestan, repubblica del Caucaso russo. Lo ha raccontato a Interfax il preside della stessa scuola, Emirmagomed Davudov, secondo il quale la famiglia Tsarnaev era composta da profughi kirghizi. A quanto ricorda l’uomo, in famiglia vi erano anche due sorelle. Tutti sarebbero poi emigrati negli Stati Uniti nel 2002, dove vivevano con regolare permesso di soggiorno.
Nei sogni (un po’ infantili vista l’età) di Tamerlan c’era anche quello di partecipare alle Olimpiadi come pugile. Era pronto a farlo con la bandiera statunitense, e per chiesto chiedeva di essere naturalizzato, ma mai lo avrebbe per la Russia. Queste informazioni sono contenute sul sito della palestra Wai Kru Mixed Martial Arts Center, dove una fotogallery che mostra allenamenti e gare del ragazzo è correlata con alcune informazioni della sua vita.
Diplomato al Cambridge Ringe and latin school (nel 2011 ha ottenuto una borsa di studio) Dzhokar era al secondo anno di Medicina all’University of Massachusetts Dartmouth. Su un social network russo dice di essere musulmano e di aver studiato nella repubblica islamica del Daghestan. “Mio figlio è un vero angelo“, ha detto suo padre Anzor: “E’ un ragazzo molto intelligente. Lo aspettavamo qui (la famiglia era tornata a vivere nel Daghestan, ndr) per le vacanze”. Molti studenti che lo conoscono si sono detti scioccati. “Sono assolutamente sconvolta, era un ragazzo completamente all’opposto di come viene descritto ora”, dice un’ex compagna di classe in una intervista alla Abc. La giovane parla di “un ragazzo adorabile, molto carino, educato e divertente. È come un incubo”, aggiunge non nascondendo lo sgomento. E sottolinea come il giovane “non parlasse mai di politica o di religione: “Si facevano discorsi normali, quelli che si fanno tra ragazzi di quella età”.
I due fratelli ceceni hanno una sorella che vive a West New York, nel New Jersey. La donna, Alina Tsarneava, si è detta sconvolta e sorpresa che i suoi fratelli possano essere coinvolti nella strage. “Erano persone intelligenti, non so cosa sia successo”, ha detto, precisando tuttavia che non parlava con loro da anni.
Un video postato sul suo account di Youtube dimostrerebbe le simpatie di Tamerlan per al Qaeda. Secondo il magazine Mother Jones il video è stato spesso usato come propaganda da alcune organizzazioni estremistiche islamiche. Secondo gli organi d’informazione statunitensi, a differenza del più piccolo dei fratelli, Dzhokhar, il maggiore era un musulmano più rigoroso. E sarebbe stato anche piuttosto violento: quattro anni fa era stato denunciato per aver picchiato la fidanzata. Evidentemente per alzare le mani il pugilato non gli bastava.
Intanto il leader della repubblica Cecena a maggioranza musulmana, Ramzan Kadyrov, dice che i due fratelli non hanno alcun legame con il suo Paese: “Sono cresciuti in America, è lì che si sono formate le loro opinioni e le loro convinzioni. Le radici del male vanno cercate in America”. E un sito di ribelli ceceni, kavkazcenter.com, parla di “strani” terroristi. “Uno sognava soldi e carriera – si legge – l’altro di partecipare alle Olimpiadi nella squadra statunitense. Aspirazioni molto lontane da quella che è l’immagine del terrorista islamico”.