Boston, il cattivo maestro che influenzò Tamerlan
I due ceceni responsabili della strage di Boston sarebbero stati spinti sulla strada dell’estremismo da un armeno convertito all’islam, che Tamerlan Tsarnaev avrebbe conosciuto in una moschea. A rivelarlo è Ruslan Tsarni, zio di Tamerlan e Dzhokhar: “Misha – è questo il nome del misterioso armeno – sosteneva di essere un esorcista che combatte contro i demoni”. E giorno dopo giorno, frequentando il più grande dei due fratelli, avrebbe acquistato sempre più influenza su di lui. “Quando Misha cominciava a parlare, Tamerlan si zittiva e ascoltava, il padre era sconvolto perché Tamerlan non lo ascoltava più”, ha raccontato Elmirza Khozhugov, ex cognato di Tamerlan. Che poi ha aggiunto: “Le sorelle e il fratello amavano Tamerlan. Lui era il più grande e per loro era un modello. Dzhokhar avrebbe fatto qualunque cosa gli avesse detto di fare Tamerlan”.
Dopo quell’incontro Tamerlan iniziò a cambiare abitudini: perse interesse per la musica (Misha sosteneva che fosse contraria all’Islam), lasciò la boxe, iniziò a leggere materiale filo jihadista. In lui crebbe una forte ostilità verso gli Stati Uniti, in particolare alle guerre in Iraq e Afghanistan. E nella mente di Tamerlan si diffuse anche la convinzione che ci fosse la Cia dietro gli attentati dell’11 settembre. Convinzione che influenzò anche la madre. “In qualche modo (Misha, ndr) gli prese il cervello”, ha raccontato ancora lo zio, che con il fratello (il padre dei due giovani ceceni) ebbe una serie di preoccupate conversazioni sulla deriva oltranzista del futuro terrorista. Uno dei vicini di casa dei due fratelli ceceni, Albrecht Ammon, ha ricordato di una chiacchierata che fece con Tamerlan: “Di religione sapeva poco o nulla. Quello che aveva letto su internet e le basi che gli aveva dato il suo amico Misha. Non ce l’aveva con il popolo americano ma con il governo degli Stati Uniti”. E della Bibbia pensava questo: “È una copia del Corano a buon mercato”, usata per giustificare le guerre con gli altri paesi. Fermamente convinto dell’esistenza di un complotto ebraico per conquistare il mondo, si nutriva di teorie del complotto.
Per pregare Tamerlan aveva scelto la moschea di Prospect Street. Un giorno arrivò a contestare l’imam. Lo fece durante un sermone, quando l’iman Basyouny Nehela citò Martin Luther King. “Non bisogna farlo – disse Tamerlan – perché non era musulmano” e dunque dentro la moschea è un infedele. L’imam gli chiese di non frequentare più le preghiere.