Si chiama Edward Snowden, ha 29 anni e lavora per la Booz Allen Hamilton, un’azienda che presta servizi e consulenze per la Difesa. E’ lui la talpa che ha fatto uscire le notizie sul Guardian smascherando il sistema di intercettazioni telefoniche e informatiche operato dalla National Security Agency (Nsa). Ha minuziosamente raccolto e copiato il materiale 20 giorni fa dal suo ufficio della Nsa alle Hawaii. Poi, dopo aver avvertito il suo capo che sarebbe stato via un paio di settimane per curare l’epilessia di cui soffre, ha salutato la sua fidanzata limitandosi a dirle che sarebbe stato via per un po’. Si è imbarcato per Hong Kong dov’è rimasto sino ad ora. E’ lui stesso che racconta questa storia sul sito del Guardian. “Da tre settimane – rivela – sono rinchiuso in albergo. Ho cambiato stanza tre volte per paura di essere spiato. Mi sono messo una grande cappuccio rosso in testa quando entravo con la mia password nel mio computer per non essere intercettato da qualsiasi telecamera interna alla rete”.

Sapeva, infatti, di essere nel mirino della Nsa che, da quando lui è partito dalle Hawaii, ha già fatto visita due volte alla sua casa, senza sospettare – scrive il Guardian – che avesse un nesso con la fuga di notizie. Ma perché Snowden, la gola profonda che ha messo in imbarazzo i servizi segreti americani e l’amministrazione Obama, ora si trova a Hong Kong? Ovviamente se fosse rimasto negli Stati Uniti a quest’ora sarebbe già in carcere. “Ho scelto questo Paese – spiega – perché ha un forte impegno a favore della libertà di parola e a tutela del dissenso politico”. Sarà davvero così o, forse, è lì che gli hanno trovato rifugio coloro che l’hanno “assoldato”? Perché può essere benissimo che non abbia agito per motivi ideali, come invece lui sostiene.

“Non ho avuto nessuna intenzione di nascondere la mia identità perché so che non ho fatto nulla di male”, dice Snowden ostentando sicurezza e calma.  “Non voglio vivere – ha aggiunto – in una società che fa questo tipo di cose”. “Il mio unico obiettivo è informare il pubblico“. Poi aggiunge: “Ho fatto tutto questo non perché voglio pubblicità su di me, ma su quello che ha combinato il governo. Vorrei che l’attenzione sia sui documenti e sul dibattito che spero provocheranno tra i cittadini in tutto il mondo su quale tipo di pianeta vogliamo vivere”. Sa già ciò che gli accadrà: “Sono sicuro che il governo mi demonizzerà”.

Perché lo ha fatto? La talpa ha un’incredibile voglia di parlare e di mostrare le sue buone intenzioni: “Avevo una vita comoda, ragazza, lavoro e carriera. Ma ho deciso di sacrificare tutto perché non avevo la coscienza a posto nel permettere che il governo Usa distruggesse ogni privacy, libertà della rete, e diritti fondamentali delle persone in tutto il mondo”.

L’intervista, stando a quanto scrive il Guardian, è andata avanti alcune ore. Snowden non si è mai emozionato. E’ sempre rimasto lucido. L’unico momento in cui non è riuscito a nascondere i propri sentimenti è stato quando ha parlato della sua famiglia: “L’unica cosa di cui ho veramente paura e aver fatto male ai miei familiari, di cui molti lavorano per il governo, ora che non mi possono più aiutare. Questa – ha detto con le lacrime agli occhi – è una cosa che non mi fa dormire la notte”.

A diciannove anni, nel 2003, Snowden si era arruolato nell’esercito perché sperava di entrare nelle Forze Speciali. Ma, stando al suo racconto, ne rimase deluso: “La maggior parte di chi ci addestrava sembrava gasata sull’uccidere gli arabi, non sull’aiutare qualcuno”. Dopo la frattura di entrambe le gambe fu esonerato e ottenne un posto nella Nsa all’Università del Maryland. Ci sapeva fare con i computer e, pur non essendo laureato, passò alla Cia come informatico. Ebbe modo di lavorare in Svizzera, a Ginevra, sui cui segreti bancari si concentravano, spesso, le attenzioni dei servizi segreti americani.

Com’è che matura la decisione di tradire il suo Paese rivelandone i segreti? Lo fa per una ragione, quanto dice, ideale. Come gesto di rabbia nei confronti di Obama: “Portava avanti (il presidente, ndr) le stesse politiche che speravo avrebbe moderato”. Dunque Snowden è un democratico obamiano deluso? Lui dice di no, ma non si professa neanche repubblicano: “Un sacco di gente ha votato per Obama nel 2008. Non io, io ho votato per un terzo partito. Ma avevo creduto alle promesse di Obama. Stavo per rivelare i documenti ma ho aspettato per via della sua elezione. Lui ha continuato con le politiche del suo predecessore”.

E la denuncia che fa dei metodi dell’Nsa è molto precisa: “Ha costruito un’infrastruttura che le permette di intercettare tutto (…) Se volessi vedere le tue email o il telefono di tua moglie, devo solo usare le intercettazioni. Posso ottenere le tue email, password, tabulati telefonici, carte di credito. Non voglio vivere in una società che fa questo genere di cose (…) Non voglio vivere in un mondo in cui ogni cosa che faccio e dico è registrata. Non è una cosa che intendo appoggiare o tollerare”.

Edward Snowden racconta la sua storia: guarda il video

 

 

 

 

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