Secondo le rivelazioni del Guardian gli Usa controllavano le telefonate di almeno 35 leader stranieri e di migliaia di cittadini in Europa e nel resto del mondo. L’Europa si sente tradita. Esplode la rabbia di Angela Merkel e, con diversa intensità, degli altri leader europei. Dal Consiglio europeo di Bruxelles i capi di governo del Vecchio Continente avvertono Washington che “una mancanza di fiducia rischia di pregiudicare la lotta al terrorismo”. Francia e Germania hanno chiesto colloqui con gli Usa per arrivare a “un’intesa” per un codice di buona condotta sullo spionaggio. Tutti si scandalizzano (o fanno finta di scandalizzarsi). La verità è che i servizi segreti di moltissimi paesi spiati (Germania in primis) spiavano a loro volta. Spionaggio e controspionaggio fanno il loro mestiere, da sempre, cercando di utilizzare i mezzi più sofisticati. Per capirne qualcosa basta vedere un film di 007, anche uno di quelli vecchi. Lo scandalo Nsagate è, per certi versi, figlio di Echelon, il super orecchio elettronico creato durante la Guerra fredda. In un fondo sul Messaggero Romano Prodi ha scritto che dieci anni fa spiavano tutte le sue telefonate. E con un esempio specifico fa capire bene quanto spesso ci siano in ballo altre cose che non la sacrosanta lotta al terrorismo: “Fu captata la conversazione con l’allora presidente Eni  in gara con gli Usa per una concessione petrolifera”. Sull’Huffington Post Gennaro Acquaviva, già consigliere politico di Bettino Craxi, racconta che nel 1985, nel pieno della crisi di Sigonella, le telefonate del presidente del Consiglio erano spiate…

Altra verità nascosta (o quasi):  quando i servizi segreti americani hanno le mani legate dalla legge, entrano in campo i servizi dei paesi alleati. E lo scambio di favori è reciproco. O almeno così dovrebbe essere. Nessuna novità, dunque, nell’apprendere che tutti spiano tutti. Verrebbe da dire: che schifo, dove finisce la nostra libertà? Giusto, ma solo in parte. Qualcuno, una decina di anni fa, era solito dire: invece che fare le guerre, in Iraq o in Afghanistan, bisogna sviluppare di più l’intelligence. Ma sapete che cos’è e cosa fa l’intelligence? Esattamente le cose di cui oggi, in Europa, molti si scandalizzano. Cose che si fanno, da sempre, ma che non bisogna dire o far sapere. Molti in Europa sono delusi da Obama. Non se l’aspettavano, proprio da uno come lui… Negli Stati Uniti, invece, la musica è diversa. Il pragmatismo prevale sull’ideologia: se il presidente ha continuato a utilizzare, rinforzandoli, gli strumenti messi in piedi dai suoi predecessori (vedi George W. Bush) non ha fatto altro che bene. Intanto, mentre Stati Uniti ed Europa litigano, Cina e Russia gongolano. E pure loro, come tutti, continuano a spiare.

 

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