McCain ai repubblicani: non degni di Reagan
Alla destra americana toccate tutto meno Ronald Reagan. Eppure il senatore (repubblicano) John McCain si scaglia contro una parte del proprio partito citando proprio lui, uno dei presidenti più amati dal Gop, l’uomo che ha rilanciato il liberismo e sconfitto il comunismo. Lo fa toccando un delicato tema di politica estera, la crisi ucraina. “Potete anche dirvi repubblicani – dice McCain ai suoi colleghi – perché vi siete registrati così per le elezioni, ma non chiamatevi repubblicani reganiani. Ronald Reagan non avrebbe mai fatto passare questa aggressione senza una risposta del popolo americano”. Ma per quale ragione McCain si scalda tanto? Il motivo è presto detto: non apprezza, per usare un eufemismo, i colleghi del Grand Old Party che al Congresso stanno bloccando l’approvazione del pacchetto di aiuti americani che Obama ha promesso al nuovo governo di Kiev. I senatori repubblicani si sono oppoti al pacchetto (già passato alla Camera) per varie ragioni. Tra chi dice no c’è anche Rand Paul (che vuole correre alle presidenziali del 2016): si oppone perché non vuole che gli aiuti vadano indirettamente alla Russia, visti i miliardi di dollari di debiti che Kiev ha con Mosca. Altri invece sono contrari agli aiuti (per far passare i quali serve un sostegno bipartisan), dicendo che le misure “non sono collegate alla crisi in Ucraina” e quindi non debbono essere approvate con la massima urgenza.
Bisogna però sottolineare che gli aiuti non sono passati anche per un’altra ragione: l’amministrazione Obama hanno tentato di agganciarli alla ratifica della riforma del Fondo monetario, che ridisegna le quote e la governance dell’istituzione di Bretton Woods. Lo scorso gennaio il Congresso Usa nuovamente non è riuscito a raggiungere il consenso sulle misure di rifinanziamento indispensabili per ratificare la riforma (che risale al 2010). Le tensioni, quindi, non sono legate solo alla crisi ucraina. Anche se le questioni sono legate, come spiega il segretario di Stato John Kerry: “È solo attraverso un Fmi, un Fmi riformato che l’Ucraina potrà ricevere l’aiuto aggiuntivo di cui ha bisogno per poter stare sui propri piedi”. Insieme al segretario al Tesoro, Jack Lew, Kerry ce la sta mettendo tutta per convincere i repubblicani prima che il Congresso sospenda i lavori per tutta la prossima settimana.
Sul fronte democratico, però, non fila tutto liscio: c’è un certo nervosismo, dovuto al fatto che i repubblicani sono accusati di voler utilizzare il pacchetto di aiuti all’Ucraina come merce di scambio per bloccare le nuove regole fiscali, che dovrebbero colpire i gruppi non-profit impegnati nell’attività politica. Un modo per proteggere – secondo quanto sostiene il leader della maggioranza al Senato Harry Reid – gli interessi dei principali donatori delle campagne repubblicane, a partire dai fratelli Koch, i ricchi industriali considerati i principali sponsor dei Tea Party.
– Per approfondire: Politico.com