Incredibile ma vero: la Corea del Nord dà lezione di diritti umani al mondo. Sentite cosa ha detto il ministro degli Esteri di Pyongyang: “L’uccisione del 18enne Michael Brown da parte della polizia di Ferguson, in Missouri, dimostra che gli Stati Uniti sono la tomba dei diritti umani. Scontato sottolineare da che pulpito viene la predica. Un paese che nega ogni minima libertà ai propri cittadini, riducendoli persino alla fame per via delle proprie assurde politiche economiche, arriva a criticare gli Usa che, sia pure tra mille difetti, sono pur sempre la più grande democrazia liberale che esiste al mondo.

Il comunicato del ministro nordocreano afferma che gli Stati Uniti sono un Paese “in cui le persone sono sottoposte a discriminazioni e umiliazioni dovute alla loro razza”. “Le proteste a Ferguson e in altre zone degli Stati Uniti sono l’esplosione dello scontento soffocato e della resistenza della popolazione contro la discriminazione razziale e l’ineguaglianza, profondamente radicate nella società americana”, prosegue il comunicato, battendo ancora sul tasto delle violenze scoppiate nel Missouri nei primi giorni di agosto.

La Corea accusa l’America di comportarsi come “un giudice internazionale sui diritti umani”, aggiungendo che Washington “dovrebbe pensare ai suoi affari invece di interferire nelle questioni interne di altri Paesi”. Gli Stati Uniti “non dovrebbero cercare la soluzione al loro problema di soppressione dei dimostranti, ma portare alla luce la vera situazione della società americana, un cimitero dei diritti umani, e avere la giusta comprensione di come sono i veri diritti umani e come dovrebbero essere garantiti”. Ora, si può benissimo essere antiamericani e non avere a simpatia la politica di Washington e i modi di agire degli yankee. Ma da qui a prendere a modello Pyongyang ce ne corre. Insomma, ben vengano le critiche alla “cattiva” America, ma se il maestro dei diritti umani è un certo Kim Jong-un siamo messi bene.

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