Charlie, Kerry si scusa con la Francia
A rimediare alla frittata di Obama (e di Biden) ci pensa John Kerry. Il segretario di Stato Usa va a Parigi e si stringe con affetto al paese gravemente colpito dal terrorismo di matrice islamica. Kerry rivolge un grande abbraccio alla Francia, non solo figurato. A Parigi sono quasi rimasti spiazzati da tanto affetto. Arrivato all’Eliseo, Kerry ha iniziato a spalancare le braccia verso Hollande, quando ancora era distante diversi metri. Hollande gli ha teso un braccio, con l’intento di stringergli la mano. E i due si sono quasi intrecciati con gli arti, in un curioso siparietto gradito soprattutto dai fotografi. Alla fine Kerry ha ottenuto il suo scopo afferrando Hollande con un braccio solo, mentre questi lo baciava sulle guance: il segretario di Stato ha provato di nuovo ad abbracciare il padrone di casa, che nel frattempo continuava a cercarne la mano per stringerla.
Al di là dei convenevoli, Kerry ha tenuto a scusarsi per l’assenza dell’America dalla marcia di domenica a Parigi. “Ero in viaggio all’estero, in India e a Sofia – ha detto al ministro degli Esteri francese Laurent Fabius – ed è per questo che non sono potuto esserci”. A Hollande ha poi ribadito: “Il nostro cuore è con voi”. E il presidente francese gli ha risposto così: “Anche voi siete stati vittime di un attentato terroristico eccezionale l’11 settembre 2001. Dobbiamo trovare insieme le risposte necessarie”. Smanioso di farsi perdonare dalla Parigi che tanto ama, dove fu per anni ambasciatore, Kerry ha voluto rendere personalmente omaggio alle vittime degli attacchi dei giorni scorsi, andando a deporre corone di fiori davanti al supermercato kosher di Porte de Vincennes e alla redazione di Charlie Hebdo, e anche un mazzo di fiori sul marciapiede dove fu colpito a morte il poliziotto Ahmed Merabet.
Ultimo appuntamento, una breve ma toccante cerimonia all’Hotel de Ville, in cui Kerry, parlando in francese a fianco del sindaco di Parigi Anne Hidalgo, ha sottolineato l’importanza dell’azione comune nella lotta al terrorismo: “Gli Stati Uniti e la Francia si batteranno sempre insieme. Insieme vinceremo, non cadremo nella disperazione, il coraggio e la decenza non cederanno mai all’intimidazione e al terrore”. Dopo le sue parole, un ultimo, toccante pensiero per le vittime della Ville Lumiere ferita, con le note di “You’ve got a friend”, (“Hai un amico”), suonate da un commosso James Taylor, giunto appositamente dagli Usa. Pace fatta tra Europa e Stati Uniti? Sulla carta sì. Nello stesso giorno si registra la visita di Cameron da Obama. Il primo tema affrontato nella stanza ovale è stato la lotta al terrorismo. L’Europa continua a essere divisa agli occhi degli americani. Contano solo i rapporti bilaterali. E anche nel Vecchio continente, al di là dei gesti di facciata, ognuno fa per sé.