Hillary Clinton e la grana delle email
Hillary Clinton accelera e, molto probabilmente, comunicherà la propria discesa in campo già il mese prossimo. Di certo non aspetterà l’estate. Questo, come scrive il Wall Street Journal
citando alcuni suoi stretti collaboratori, le consentirà di iniziare da subito a raccogliere fondi per la campagna elettorale.
Nei quattro anni del primo mandato di Barack Obama (2009-2013), quando era alla guida della diplomazia americana, per tutte le comunicazioni con i suoi interlocutori Hillary Clinton usò la posta elettronica privata, anche nei rapporti ufficiali con rappresentanti di altri Stati. In questo modo, come fa notare il New York Times, ha violato le regole di sicurezza del dipartimento di Stato. Cioè quelle regole che valgono per tutti, incluso il segretario di Stato. Non solo, sottolinea il Nyt, la Clinton non ebbe mai una mail ufficiale del dipartimento di Stato ma non fece mai neanche passare (e soprattutto conservare) la sua corrispondenza seppur elettronica attraverso (e nei) server del suo ministero, come previsto dal Federal Records Act. Sin troppo facile ipotizzare che questa scarsa trasparenza gli creerà non pochi problemi.
Resasi conto del pasticcio Hillary ha cercato di rimediare. Due mesi fa i consiglieri della ex segretario di Stato fecero un cernita delle decine di migliaia di mail inviate e ricevute dalla Clinton nei 4 anni a capo della diplomazia Usa. Di queste, 55.000 sono state spedite al dipartimento di Stato affinché le conservi come prevede la legge. Secondo Nick Merril, portavoce dell’ex first lady,alle elezioni del prossimo anno, la signora Clinton ha rispettato “la lettera e lo spirito delle regole”. Ma questa affermazione non tiene conto delle norme federali, che prevedono che qualsiasi atto, lettera, cartacea o mail, di funzionari governativi, incluso il segretario di Stato, è considerato atto ufficiale del governo e debba essere conservato nell’archivio di Stato. Altri membri del governo hanno usato mail personali anche per corrispondenza ufficiali. Ma mai nessuno, come la Clinton, aveva usato solo ed esclusivamente una mail privata.
“Pubblichi le sue e-mail”, tuona Jeb Bush. Un’occasione ghiotta per l’ex governatore della Florida, che proprio il mese scorso ha pubblicato una valanga di e-mail (250mila messaggi) del periodo in cui era governatore (1999-2007) e ha presentato un e-book proprio sulla trasparenza.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Marie Harf, cerca di smorzare le polemiche dicendo che l’uso di email personali non è proibito e non ci sono indicazioni che l’account personale di Clinton sia stato hackerato.