ObamaNel 2008, in piena campagna elettorale, Obama promise che da presidente avrebbe riconosciuto il genocidio armeno. Ora, però, ci ha ripensato. Ha prevalso anche in lui la realpolitik. Quella parola tanto sgradita ai turchi non verrà usata dalla Casa Bianca. La marcia indietro ovviamente ha deluso gli attivisti armeni che avevano sperato in una dura presa di posizione degli Usa nel solco della linea intrapresa da Papa Francesco.

Erdogan oggi si era detto sicuro che Obama non avrebbe menzionato il genocidio in occasione del centenario del massacro dei cristiani armeni in Turchia nel 1915-16. “Non mi piacerebbe sentire questa parola dal presidente Obama. E non prevedo che succeda”. E salvo clamorosi retromarcia verrà accontentato. Secondo la stampa di Ankara la Turchia ha esercitato forti pressioni su Washington per evitare che anche il presidente americano, dopo il Papa e l’Europarlamento, pronunciasse la parola “genocidio”.

Il capo di gabinetto della Casa Bianca, Denis McDonough, e i principali consiglieri del presidente Usa oggi hanno ospitato i leader della comunità armeno-statunitense per discutere del centenario. Secondo quanto riportato dal quotidiano turco “Hurriyet”, in un comunicato stampa McDonough e il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Ben Rhodes, hanno sottolineato di aver “discusso del significato di questa occasione per onorare un milione e mezzo di persone morte durante quel periodo orribile”.

Stessa linea dal Palazzo di Vetro. Anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon non usa la parola “genocidio” e “incoraggia Turchia e Armenia a normalizzare le proprie relazioni”. In una dichiarazione il portavoce di Ban ha detto che il capo dell’Onu è “pienamente consapevole della delicatezza del termine” e invita a approfondire la ricostruzione storica per evitare che atrocità possano ripetersi.

 

 

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