Usa 2016, Donald Trump ancora in testa
Molti continuano a non volerlo prendere sul serio ma lui non si cura delle critiche, a volte anche feroci, e si gode la prima posizione nei sondaggi. Secondo una nuova rilevazione di Quinnipiac, diffusa dalla Cnn, l’imprenditore miliardario gode di un sostegno del 20%, in testa a tutti i pretendenti alla nomination repubblicana e in crescita rispetto ad un sondaggio Cnn/Org di quattro giorni fa in cui era invece al 18%. Gli inseguitori sono staccati: al secondo posto, con il 13%, si conferma il governatore del Wisconsin Scott Walker. Jeb Bush è terzo, con il 10%. Seguono poi con il 6% Ben Carson, Mike Huckabee, Rand Paul e Marco Rubio. E ancora, con poco meno del 5% Ted Cruz e John Kasich. Al contempo, sottolinea la Cnn, Donald Trump guida anche un’altra classifica per lui certamente meno gratificante: quella degli elettori repubblicani che si dicono certi di non voler votare per lui e che sono ora il 30%.
Intanto si allunga la lista – già corposa – di candidati per il partito repubblicano: l’ultimo a scendere in campo è l’ex governatore della Virginia, Jim Gilmore, 65 anni, che diventa il 17° candidato della destra.
Allarme rientrato in casa Fox. Il primo dibattito in diretta tv, in programma da Cleveland, avrebbe dovuto svolgersi solo tra dieci candidati (sei gli esclusi, anzi sette tenuto conto dell’ultimo arrivato). Ovvie – e più che legittime – le proteste, anche perché la “regola” avrebbe escluso figure di spicco come il senatore Lindsey Graham, Carly Fiorina, George Pataki, John Kasich e Rick Santorum. Ammessi al palcoscenico catodico solo i primi dieci candidati in ordine di sondaggio (tenuto conto delle percentuali delle ultime cinque rilevazioni nazionali). Scelta ridicola e arbitraria, hanno commentato i potenziali esclusi. E da Fox c’è stato il provvidenziale ripensamento. Anche se un dibattito con diciassette candidati sarà davvero difficile da gestire. E per gli spettatori c’è il rischio che si trasformi in un pollaio.