Usa, Ted Cruz fa sul serio
L’ultimo sondaggio Wall Street Journal/NBC News evidenzia che Donald Trump recupera terreno e torna a guidare il fronte repubblicano con il 27% dei consensi. A ottobre lo stesso sondaggio vedeva in testa tra i candidati del Gop l’ex neurochirurgo afroamericano Ben Carson (29%), che ora è in quarta posizione con l’11% dei consensi. Ma la vera novità è la “scalata” di Ted Cruz, senatore del Texas, che balza al secondo posto con il 22% dei consensi, 10 punti percentuali in più rispetto alla fine di ottobre. Terzo è Marco Rubio con il 15%, mentre Jeb Bush ha il 7%.
Come abbiamo detto in altre occasioni, i sondaggi a livello nazionale lasciano il tempo che trovano, perché la lunga corsa delle primarie è una gara a tappe in cui è fondamentale vincere (o piazzarsi bene) in ogni singolo Stato. Per questo sono molto più importanti i sondaggi a livello statale. Secondo il rilevamento commissionato dal The Des Moines Register e Bloomberg Politics Cruz è in testa con il 31% dei consensi repubblicani nell’Iowa, lo Stato che dà il via alle primarie, mentre Trump scende è al secondo posto con il 21%. Un balzo clamoroso per Cruz, con una distanza di 10 punti percentuali rispetto a Trump che ha fino ad aveva dominato i sondaggi, letto come il segnale che l’attenzione comincia a spostarsi e il senatore di origini cubane potrebbe essere protagonista di una dura battaglia per la nomination. Lo stesso rilevamento vede al terzo posto l’ex neurochirurgo afroamericano Ben Carson con il 13% dei consensi registrati tra elettori repubblicani in Iowa, seguito da Marco Rubio con il 10%. Questo a pochi giorni da un nuovo dibattito televisivo tra i contendenti per la nomination Gop, in programma martedì 15 dicembre.
Com’era inevitabile Trump è passato subito all’attacco di Cruz (dopo che lo aveva indicato suo possibile vice nel ticket presidenziale). Tra loro non c’era mai stato uno screzio, uno sgambetto, una critica sopra le righe in mesi di infuocata campagna elettorale. Ma adesso i rapporti si sono incrinati, con Trump che mette in dubbio la fede evangelica del senatore texano di origini cubane. Non un dettaglio di poco conto, data la rilevanza di quella fetta di elettorato che entrambi corteggiano. L’affondo scatta dopo che Cruz, pur mantenendo il fair play in pubblico, è stato pizzicato mentre a porte chiuse, in una riunione con un gruppo di suoi sostenitori, sottolineava l’inadeguatezza a sua avviso di candidati come Trump e Carson nel ruolo di commander in chief. Trump non ha perso tempo a replicare. In un comizio a Des Moines (Iowa) il miliardario ha pizzicato il rivale: “Mi piace Cruz, ma non ci sono certo tanti evangelici che vengono da Cuba”.
L’establishmente repubblicano, tramontato il sogno di Jeb Bush, sembra puntare sul suo ex delfino Marco Rubio. Anche se sia i sondaggi che l’analisi di molti osservatori, sembrano indicare in Ted Cruz, l’altro giovane senatore già leader dei Tea Party ed ora campione della destra cristiana, il candidato “meglio posizionato per vincere le primarie”, presentandosi come una “versione meno controversa e più eleggibile di Trump”, come sottolinea un’analisi del Washington Post, che ricorda come Cruz sia in sintonia ideologica con la base elettorale repubblicana praticamente su tutte le questioni: immigrazione, Obamacare, sicurezza nazionale e lotta allo Stato islamico.
Cruz è messo bene anche dal punto di vista finanziario, altro aspetto centrale. A esclusione di Bush, che ha raccolto la maggior quantità di fondi, è Cruz il candidato con il tesoretto finora più ricco, 65 milioni di dollari, divisi quasi equamente tra quelli raccolti dalla sua campagna e quelli dai diversi super Pac che lo sostengono. Ma il segnale sicuramente più importante per il senatore texano è il fatto che nelle ultime settimane sta emergendo come il favorito in Iowa, stato apripista delle primarie. Dopo l’Iowa (1 febbraio) la corsa si sposterà in New Hampshire (9 febbraio) e poi in South Carolina e Nevada (20 febbraio).