Usa, il più conservatore è…
L’ultimo dibattito tra i candidati repubblicani, trasmesso dalla Cbs, si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo del giudice Antonin Scalia, scomparso all’età di 79 anni. Tutti i candidati hanno chiesto a Obama di non nominare un successore liberal, rivendicando il “posto” rimasto vacante al fronte conservatore (Scalia era stato nominato da Ronald Reagan) – leggi l’articolo -. Vedremo come andrà a finire. Si preannuncia uno scontro durissimo, con Obama che ha già fatto sapere di voler nominare, presto, il successore di Scalia, e i repubblicani che minacciano ostruzionismo al Senato.
Il primo scontro nel dibattito è stato tra Donald Trump e Jeb Bush, sul ruolo della Russia nel conflitto siriano. Trump vede di buon occhio il coinvolgimento di Mosca, l’ex governatore della Florida, invece, è contrario, perché a suo avviso il Cremlino bombarda anche le forze di opposizione ad Assad sostenute dagli Stati Uniti.Il miliardaio di New York ha indicato come sua priorità, nel campo della sicurezza nazionale, la decisione su come attaccare l’Isis e i suoi militanti, definiti “animali”, e ha criticato sia la guerra in Iraq sia l’accordo voluto da Obama sul nucleare iraniano. Tra Jeb e Donald c’è stato un duro scontro sull’eredità di George W. “L’Iraq è stato ovviamente un un grosso errore – ha detto Trump -. Impeachment per George W.? Chiamatelo come volete, il fatto è che hanno mentito”. Jeb ha risposto a muso duro: “Mentre tu facevi i reality show lui (George W., ndr) lavorava per tenerci al sicuro”. Trump ha ribattuto sottolineando che durante la presidenza Bush l’America non era al sicuro visto che “è crollato il World Trade Center”. La menzione degli attacchi dell’11 dicembre ha suscitato cori di dissenso da parte del pubblico presente in sala.
Anche Marco Rubio si getta nella mischia, spostando però l’obiettivo: “Il World Trade Center è crollato perché Bill Clinton non uccise Osama Bin Laden quando ebbe la possibilità di farlo”. Rubio è apparso molto teso durante il dibattito. Come osservato da alcuni analisti, l’attacco a Clinton di fatto ha finito con l’enfatizzare il successo di Obama, che durante il proprio mandato alla Casa Bianca ha eliminato lo sceicco del terrore. Scintille tra Marco Rubio e Ted Cruz. I due, entrambi di origini cubane, fanno a gara per chi parla meglio lo spagnolo durante il dibattito tv tra i candidati per la nomination repubblicana. Rubio lancia il guanto della sfida quando, nel mezzo di un acceso confronto sull’immigrazione, afferma che il rivale non può aver capito u’ intervista sull’immigrazione rilasciata ad una tv in spagnolo perché non capisce la lingua. Cruz, piccato, gli ha risposto in spagnolo.
Un duro scontro, tra i candidati, si è registrato su un altro tema caldo della campagna elettorale, l’immigrazione. Rubio ammette che bisogna “portare l’immigrazione illegale sotto controllo” ma ritiene che il muro al confine col Messico proposto da Trump non sia la soluzione, perché “il 40% delle persone che sono qui illegalmente sono entrate legalmente con il visto e si sono trattenute oltre la scadenza”. Cruz a quel punto affonda il colpo: “Quindi Rubio è favorevole a dare la cittadinanza americana a 12 milioni di illegali”. Trump cerca di riportarsi al centro dell’attenzione rivendicando il merito (che in effetti ha) di aver imposto per primo il tema dell’immigrazione clandestina e già che c’è accusa Bush di essere “la persona più debole su questo palco”. Scoppia una vera e propria gazzarra, con il governatore dell’Ohio John Kasich che interviene da paciere facendo notare ai colleghi che “ci stiamo prepariamo a perdere le elezioni con Hillary Clinton se non ci fermiamo”.
Battibecco feroce tra Cruz e Trump. Se i democratici Hillary Clinton e Bernie Sanders litigano su chi dei due può definirsi progressista, i repubblicani non sono da meno e si contendono la patente di conservatore. “Sento che sono un conservatore di buonsenso”, ha detto Trump sicuro di sé. Ma Cruz lo ha accusato di essere stato invece “molto, molto liberale” per gran parte della sua carriera, ammonendo che se il magnate diventasse presidente nominerebbe giudici liberali alla Corte suprema, rimasta orfana del suo giudice più conservatore, Antonin Scalia. “Sei un intrattenitore incredibile ma non dovresti essere flessibile sui principi fondamentali”, lo ha rimproverato Cruz. Trump ha reagito definendo il senatore del Texas una “persona sgradevole” capace di dire qualsiasi cosa, ma il rivale ha replicato che gli adulti non dovrebbero interrompersi reciprocamente.
Trump ha ammesso di essere, a volte, un po’ sopra le righe: “Uso qualche volgarità nel mio linguaggio quando voglio sottolineare qualcosa, per attirare l’attenzione”. Una sottolineatura che cerca di mettere a tacere le polemiche sul suo stile. “È una critica ingiusta – osserva Trump – che mi si muove anche quando uso espressioni giusto un po’ colorite, ma comunque non lo farò più”.