trump_hillaryLa strage di Orlando (Florida), costata la vita a 49 persone, irrompe come un uragano nella già tesa campagna elettorale americana. I temi forti sono tre: terrorismo, immigrazione (in particolare quella legata all’islam) e la vendita di armi.

Donald Trump rilancia la sua proposta di mettere al bando i musulmani dagli Usa: “Quello che è accaduto ad Orlando è solo l’inizio. La nostra leadership è debole e inefficace. Ho auspicato e chiesto il bando. Deve essere duro”, ha twittato il tycoon.

In un’intervista telefonica alla Cnn Trump punta il dito contro le “molte persone che conoscevano” l’autore della strage in Florida. “Sapevano che era un pazzo” e “che una cosa come questa sarebbe potuta succedere. Ma le persone che lo conoscevano, l’ex moglie, e altri, non lo hanno denunciato. Per qualche ragione la comunità musulmana non denuncia persone come questa”. Il candidato repubblicano aggiunge: “Fidatevi, la comunità (musulmana, ndr) conosce le persone che hanno il potenziale di esplodere”, ha aggiunto, sottolineando la necessità di controllare le moschee. Poi ha preso di mira la Clinton: “È la persona sbagliata nel momento sbagliato. Non capisce i problemi. È debole”.

Hillary Clinton respinge l’idea di Trump di vietare l’ingresso negli Usa ai musulmani: “Non è mia intenzione demonizzare un’intera religione”, dice in un’intervista alla Cnn. Poi torna sul tema delle armi: “Dobbiamo difendere il nostro Paese dai lupi solitari senza cadere nella trappola della lobby delle armi. È una sfida complessa. Ma che possiamo vincere”. E aggiunge: “Credo fortemente che una riforma di buon senso sulla vendita e il possesso delle armi può fare davvero la differenza”.

Dopo la strage l’ex segretaria di Stato aveva subito puntato il dito contro le armi troppo “facili” negli Usa: “Dobbiamo tenere le armi, come quelle usate la scorsa notte, lontano dalle mani di terroristi e altri violenti criminali. Questa è la sparatoria di massa peggiore degli Stati Uniti e ci ricorda ancora una volta che non c’è posto per le armi da guerra sulle nostre strade”.

 

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