President Trump signs Executive Orders regarding trade - DCDonald Trump non demorde. La rottamazione dell’Obamacare era un suo obiettivo e, nonostante la “sconfitta” (il ritiro della legge per mancanza dei numeri necessari alla Camera) non ha cambiato idea. Si spiega così l’ultima esternazione del presidente, affidata come al solito a Twitter. “La riforma sanitaria di Obama è morta”. L’aveva già detto ai deputati repubblicani lo scorso 17 marzo, ora lo ripete, citando un articolo pubblicato due giorni fa dal New York Times, in cui si ricordava che in certe zone degli States nel 2018 potrebbero non esserci compagnie che forniscano piani assicurativi legati alla riforma. “In altre parole, Ocare (Obamacare, ndr) è morto. Accadranno cose buone, tuttavia, sia con i repubblicani o con i democratici”, ha scritto Trump pregustandosi la rivincita.

Trump dunque resta in trincea, come osserva il direttore de “La Stampa”, Maurizio Molinari. “A prima vista Trump appare come un presidente isolato, se non assediato, in una Casa Bianca che ha subito il primo smacco da parte del suo stesso partito – i repubblicani – sul terreno che più avrebbe dovuto unirli, l’azzeramento della riforma sanitaria di Barack H. Obama. Ma visto dall’interno del 1600 di Pennsylvania Avenue lo scenario è assai diverso. I più stretti collaboratori di Trump addebitano la sconfitta sulla Sanità alle pressioni di Paul Ryan, presidente della Camera dei Rappresentanti, e di Reince Priebus, capo di gabinetto, per voler andare al voto in fretta con un testo troppo moderato che avrebbe in parte salvato l’Obamacare. Trump la vive dunque come una sconfitta frutto del cedimento all’establishment repubblicano, che lo ha convinto a smussare lo slancio anti-sistema, condannandolo all’umiliazione per mano dell’ala destra del partito. Da qui la volontà, d’ora in avanti, di essere più innovatori, rivoluzionari, a cominciare dai prossimi appuntamenti con il Congresso: taglio delle tasse, piano nazionale per le infrastrutture e soprattutto giudici alla Corte Suprema”. 

Insomma, nel suo fortino della Casa Bianca Trump ascolta i suoi fidati consiglieri (Steve Bannon ma non solo) e pianifica le prossime mosse, sinceramente non troppo dispiaciuto per la brutta figura rimediata dai “professionisti della politica” del Gop. Che hanno dimostrato di infischiarsene delle promesse che il presidente ha fatto agli americani. La politica però è fatta di mediazioni. E Trump avrà bisogno ancora del Congresso e del supporto dei Repubblicani.

Stufo di restare sulla difensiva, Trump torna all’attacco anche contro i media. Stavolta si scaglia contro l’Nbc. “Quando ‘occhi assonnati’ Chuck Todd e NbcNews – si chiede su Twitter – cominceranno a parlare dello scandalo sorveglianza di Obama e smetteranno con la falsa storia Trump/Russia?”. E ancora: “Sono gli stessi media falsi che dissero che non c’era nessuna ‘via per la vittoria di Trump’, che ora spingono la stessa falsa storia sulla Russia. Una frode totale”. Trump se l’è presa con Todd, uno dei giornalisti di punta di NbcNews, perché questi ha intervistato l’ex portavoce di Obama, Josh Earnest, sulle possibili connessioni fra lo staff di Trump e il governo russo.

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