drogaPrendete due guerre: quella in Vietnam e quella più recente in Iraq. La prima ha causato poco più di 58mila morti tra gli americani, la seconda (dal 2003 ad oggi) 4395 vittime. Complessivamente i due sanguinosi conflitti hanno provocato 62.395 lutti negli States. La droga solo nel 2016 ha fatto più vittime. Come rivela un’analisi pubblicata dal New York Times, la stima (per difetto) è di 62.497 decessi di overdose l’anno scorso, ma il numero più realistico sarebbe di circa 65.000 vittime. La guerra in Vietnam costò 58.200 vite fra il 1955 e il 1975.

Già nel 2015 il numero di morti per overdose aveva superato quello di vittime di incidenti stradali, armi e Aids. Quella che viene definita “un’epidemia” da oppioidi ha continuato a peggiorare quest’anno, anche se non sono ancora disponibili i dati relativi ai primi sei mesi.

Gli Stati Uniti vivono una situazione drammatica che riporta per certi versi agli anni 80. William R. Brownfield, membro dell’équipe incaricata di monitorare il fenomeno, osserva che “negli Usa ci sono più comunità, più famiglie e più regioni che si confrontano col problema della droga e della dipendenza, specialmente da eroina ed altri oppiacei”. La battaglia contro la droga portata avanti dal governo federale è durissima. La Casa Bianca sta cercando di contrastare gli enormi flussi di droga provenienti dall’America latina. Ma il problema è che se c’è l’offerta c’è anche la domanda. In forte crescita, infatti, anche la domanda di “oppiacei”, legali dal punto di vista farmacologico. Ad esempio il Fentanyl, un potente analgesico oppiaceo usato negli ospedali per i pazienti oncologici. Purtroppo è anche una droga da strada molto diffusa e letale, in quanto spesso la sostanza è mischiata all’eroina.

Occorrono, dunque, non solo misure di repressione del narcotraffico ma anche più incisive politiche sociali e culturali per cercare di arginare questo drammatico aumento della richiesta di sostanze stupefacenti. Facili scorciatoie per colmare un vuoto esistenziale con sostanze che, anziché risolvere i problemi, fanno sprofondare le persone in un tunnel senza fine, da cui è difficile uscire sulle proprie gambe.

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