Trump e lo ius soli
Donald Trump ha fatto sapere che intende porre fine allo “ius soli” e che lo farà attraverso un proprio decreto. Per il presidente degli Stati Uniti va negata la cittadinanza ai bambini che nascono (in territorio americano) da genitori migranti irregolari: “Siamo il solo Paese al mondo in cui, se una persona arriva e ha un bambino, il bambino è cittadino degli Stati Uniti… con tutti i vantaggi. È ridicolo, bisogna che questo finisca”.
In piena campagna elettorale (il 6 novembre ci sono le elezioni di Midterm) Trump punta il dito contro i democratici, che ”sono impazziti e hanno cominciato con la storia dei confini aperti, che porta criminalità in abbondanza”. “Io terrò il nostro Paese al sicuro. Questo caso sarà risolto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti”, prosegue Trump, facendo intendere che la diatriba potrebbe finire davanti all’organo che presiede il sistema giudiziario americano. Un duello politico durissimo combattuto codici alla mano.
A livello giuridico la cittadinanza è menzionata dal 14° emendamento (sezione I) della Costituzione americana: “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro sovranità sono cittadini degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”. Per modificare la Carta è necessario un iter specifico, che non include il decreto presidenziale. Ma il presidente-tycoon focalizza l’attenzione su un passaggio dell’emendamento, in cui si fa riferimento alle persone “sottoposte alla relativa giurisdizione” e proprio in virtù di queste parole il diritto non sarebbe garantito dall’emendamento. “Molti esperti concordano su questo punto”, afferma il presidente. Secondo l’opinione di alcuni giuristi conservatori, infatti, il 14° emendamento non deve essere applicato ai figli di immigrati senza documenti o con visti temporanei.
Il repubblicano Paul Ryan, speaker della Camera, prende le distanze: “Non si può abolire lo ius soli con un ordine esecutivo. Non ci piaceva quando il presidente Obama cercava di cambiare le leggi sull’immigrazione con ordini esecutivi. E come conservatori rispettiamo la Costituzione”.
Trump andrà avanti fino in fondo con la sua battaglia, sino alla Corte suprema? Potrebbe farlo, puntando sulla maggioranza repubblicana ottenuta dopo la ratifica del giudice Brett Kavanaugh. A giudicare dagli ultimi tweet che ha pubblicato lo farà: “Molti studiosi sono concordi. Harry Reid (senatore dal 1987 al 2017, ndr) aveva ragione nel 1993, prima che lui e i democratici impazzissero e iniziassero con la cosa dei confini aperti. Non dimenticate il brutto termine anchor babies” (i falsi parenti negli Usa che aiutano donne a partorire nuovi cittadini americani). Poco dopo, sempre su Twitter, ha bacchettato Ryan: “Dovrebbe concentrarsi sulla gestione della maggioranza e non dare le sue opinioni sulla Birthright Citizenship, di cui non sa nulla”. Ed ha aggiunto: “La nostra nuova maggioranza repubblicana lavorerà su questo, colmare i vuoti dell’immigrazione e garantire la sicurezza del confine”.