Il Presidente Mattarella negli Usa da Trump alla Casa BiancaColdiretti ha stimato un calo del 20% delle vendite dei prodotti agroalimentari italiani colpiti dai dazi voluti da Trump. Sarebbe questo l’effetto dell’entrata in vigore delle nuove tariffe sui prodotti europei (fino a 7,5 miliardi a partire dal 18 ottobre) decise a causa del duro braccio in campo aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, dopo il via libera del Wto. Tra i prodotti colpiti troviamo il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola, salumi, agrumi, succhi e liquori, una lista di prodotti per un valore – delle esportazioni – di circa mezzo miliardo di euro colpiti da dazi aggiuntivi che provocheranno il rincaro dei prezzi e un molto probabile calo degli acquisti negli Usa. Un esempio su tutti: il dazio per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano passa dagli attuali 2,15 dollari al kg a circa 6 dollari. Il consumatore americano lo potrà acquistare ad oltre 45 dollari al kg (oggi è intorno ai 40).

In visita ufficiale negli Stati Uniti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato con Trump anche dei dazi. Il nostro capo dello Stato alla Casa Bianca ha sottolineato che “una reciproca imposizione di dazi è dannosa per entrambe le nostre economie”. Un modo soft, ma deciso, per ribadire che ci facciamo male entrambi, Stati Uniti ed Europa. Trump ha ribadito che l’Europa ha ottenuto vantaggi iniqui e ha spiegato, quindi, che i dazi sono una sorta di “risarcimento” per il fatto che “l’Ue si è approfittata della debolezza dei miei predecessori”.

Trump ha mostrato di capire il malumore ed ha promesso di valutare le nostre rimostranze (“non vogliamo essere duri con l’Italia, vedremo di affrontare la questione”). Poi ha puntato l’indice contro i “cattivi” di turno, Francia e Germania, considerati i principali colpevoli della escalation commerciale. Ma nessuna marcia indietro sui dazi.

In un passaggio Trump ha bacchettato l’Italia. Lo ha fatto richiamando i partner Nato a rispettare gli impegni nei budget di spesa (arrivare al 2%). Nel farlo ha ricordato che l’Italia, come del resto anche la Germania, ancora non raggiunge quel livello. Mattarella ha replicato sottolineando non solo che l’Italia “è il secondo contributore Nato per quanto riguarda il numero di militari inviati nelle missioni internazionali”, ma che contribuisce attivamente alla sicurezza comune anche con gli aerei F35, di cui sei esemplari pattugliano i cieli d’Islanda. Al di là delle punzecchiature i due presidenti hanno ribadito il rapporto di “amicizia solida” tra Italia e Stati Uniti, i cui rapporti “non sono mai stati così buoni”.

Molti hanno apprezzato lo sforzo e la dignità di Mattarella, che su un tema così delicato come quello dei dazi ha tenuto il punto, ribadendo una posizione di buon senso e muovendosi nell’interesse dell’Italia, più da uomo di governo che da “presidente-notaio”. Non siamo andati negli Usa, come avveniva un tempo, con il “cappello in mano”. Abbiamo solo espresso, con chiarezza, la nostra posizione (che è anche quella dell’Europa).

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa al termine del vertice Ue, ha sottolineato che “solo per il 6% i dazi americani riguardano l’Italia, ma ci fa male lo stesso. Ad ogni modo – ha aggiunto – stiamo già lavorando, ci eravamo avvantaggiati, per misure compensative all’interno del’Ue per limitare i danni”.

 

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