Come Pearl Harbor o l’11/9
La fine del tunnel è ancora lontana, la luce non si vede ancora. Questa settimana sarà “la più dura e la più triste”, ha detto il direttore del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti, Jerome Adams, parlando a Fox News dell’epidemia di coronavirus. Sarà come “Pearl Harbor o l’11 settembre”. Poi, nonostante questi paragoni funesti, ha provato a rassicurare tutti: “Voglio che gli americani capiscano che per quanto sia dura questa settimana, c’è una luce alla fine del tunnel”. Negli Usa sono più di 312mila le persone contagiate da Covid-19, oltre 8.500 morti (di cui 3.500 nello Stato di New York. “Il 90% degli americani sta facendo la sua parte – ha aggiunto Adams – anche negli Stati che non hanno l’ordine di restare in casa. Ma se non potete darci 30 giorni, governatori, dateci una settimana, dateci quanto potete, in modo che non si sovraccarichi il sistema sanitario nella prossima settimana”. Il problema, negli Stati Uniti come in Europa, è sempre lo stesso: gli ospedali non ce la fanno, bisogna rallentare l’afflusso, possibilmente facendo il possibile per ridurre il numero di coloro che hanno bisogno urgente di cure mediche che solo in una struttura ospedaliera possono ricevere.
Torna a farsi sentire anche il dottor Anthony Fauci (nella foto), direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive degli Stati Uniti. Il coronavirus, ha detto alla Cbs, non è “sotto controllo” ma si “sta lottando” per quest’obiettivo. Ed ha chiarito che “affermare che abbiamo il coronavirus sotto controllo sarebbe una menzogna”. Fauci ha detto che “sarà una brutta settimana” in cui si prevede un’escalation dei casi, ma che “entro una settimana o un po’ di più” la curva dovrebbe appiattirsi. Sulla polemica per la mascherina protettiva innescata dalle parole di Trump, che ha detto che non le indosserà, il dottore ha sottolineato che il dispositivo è un “ausilio per proteggersi e proteggere le vite altrui”.
In un’intervista al New York Times Fauci ha detto che “il presidente ha uno stile tutto suo, lo sanno tutti. Quando gli parlo di questioni concrete, ascolta. Penso che abbia sempre capito la gravità della situazione. Ora che i numeri sono così alti si è reso conto di dover comunicare la gravità della situazione. Il mio lavoro di scienziato – ha aggiunto – consiste nel riportare le informazioni corrette per permettergli di prendere decisioni sulla base di fatti e dati. Ma non posso intervenire sullo stile comunicativo del presidente”. La cosa che Fauci teme di più è la “carenza di medicine e quella di rifornimenti alimentari, l’interruzione della catena di distribuzione. Se interrompiamo tutto in modo drastico, l’impatto sulla società potrebbe essere catastrofico. Tra pochi mesi – ha aggiunto – l’epidemia sarà sotto controllo anche se la minaccia del virus non sparirà. La sua virulenza non sarà intensa come ora. Ma anche per questo, prima che si arrivi al vaccino, dobbiamo appiattire al massimo la curva dei contagi. È cruciale che tutti capiscano che attenersi ai comportamenti corretti, in questo momento è cruciale”. Secondo l’immunologo “tra un anno o poco più, avremo un vaccino valido“.
Intanto si fa di nuovo sentire Joe Biden, l’esponente democratico favorito nella corsa per la Casa Bianca. In una situazione di grandissima incertezza, l’ex vice presidente dice che il Partito democratico statunitense potrebbe organizzare una “convention virtuale” per stabilire il prossimo candidato alle presidenziali : “Potremmo dover fare una convention virtuale – ha detto all’Abc -. Penso che dovremmo pensarci proprio ora. Potremmo non essere in grado di riunire 10, 20, o 30 mila persone in un unico posto e questo è molto probabile”. La convention, inizialmente prevista per la metà di luglio, è stata spostata ad agosto per l’emergenza coronavirus. Ma c’è chi teme che anche le elezioni di novembre siano a rischio.