Quel giorno di settembre che cambiò la storia
Ogni anno, con l’avvicinarsi dell’11 Settembre, sui giornali torna di moda il “voi dove eravate, cosa facevate…”. È normale, perché quella data è rimasta scolpita in modo indelebile nella nostra memoria. Ogni anno le celebrazioni ufficiali rendono il giusto omaggio alle vittime. Ricordi ed emozioni che si possono rivivere ogni giorno dell’anno visitando il Memoriale e il museo (è possibile anche la visita virtuale).
Il “National September 11 Memorial” è formato da due enormi vasche di cemento con i nomi delle vittime incisi sui bordi. Le vasche si trovano nel luogo esatto dove prima sorgevano i due grattacieli. Sono come un’impronta indelebile lasciata dalle Torri gemelle (guarda il video). Se vi capita di passare dal Memoriale e notate una rosa bianca inserita nella fessura di uno dei nomi incisi nel cemento, sappiate che il significato è questo: qualcuno (un parente o un amico) ha voluto ricordare la persona che, proprio in quel giorno, avrebbe compiuto gli anni.
Furono 2977 le persone che persero la vita negli attentati dell’11 Settembre. Tutti ricordiamo le immagini delle due torri (la Torre Nord e la Torre Sud), ma ci furono altri due attentati: quello dell’aereo schiantatosi contro il Pentagono e lo United Airlines 93 che precipitò in un campo in Pennsylvania, ufficialmente per una rivolta dei passeggeri contro i dirottatori.
Su Twitter sotto l’hastag #NeverForget la polizia di New York (NYPD) dall’una del mattino ora locale, le 7 del mattino in Italia, ha iniziato a pubblicare le foto, elencando i nomi dei poliziotti morti nell’attentato delle Torri Gemelle. “In questa notte di 19 anni fa, migliaia di americani hanno dato il bacio della buonanotte ai loro cari per l’ultima volta, inclusi 23 agenti di polizia di New York, 343 vigili del fuoco e 37 ufficiali dell’autorità portuale di New York. Il 9/11 Tribute in Light serve come promemoria delle vite perse in quel tragico giorno”.
Fra le immagini terribili di quel drammatico giorno ce ne sono alcune che, più di altre, mi sono rimaste impresse. Sono le foto di alcuni disperati che, capendo di non avere più scampo, decisero di gettarsi dai grattacieli in fiamme. Uno degli scatti più famosi è noto come “Falling man”, l’uomo che cade: lo ha realizzato un fotografo dell’agenzia Associated Press, Richard Drew. Non si sa chi fosse quell’uomo. Probabilmente qualcuno che lavorava in uno dei ristoranti delle Twin Towers.
“Dalle guerre mi ritenevo vaccinata, e in sostanza lo sono. Niente mi sorprende più. Neanche quando mi arrabbio, neanche quando mi sdegno. Però alle guerre io ho sempre visto la gente che muore ammazzata. Non l’ho mai vista la gente che muore ammazzandosi, buttandosi senza paracadute dalle finestre d’un ottantesimo o novantesimo o centesimo piano. Hanno continuato a buttarsi finché, una verso le dieci, una verso le dieci e mezzo, le Torri sono crollate e… Sai, con la gente che muore ammazzata, alle guerre io ho sempre visto roba che scoppia. Che crolla perché scoppia, perché esplode a ventaglio. Le due Torri, invece, non sono crollate per questo. La prima è crollata perché è implosa, ha inghiottito sé stessa. La seconda perché s’è fusa, s’è sciolta proprio come se fosse stata un panetto di burro. E tutto è avvenuto, o m’è parso, in un silenzio di tomba. Possibile?”.
Oriana Fallaci