Si è spento all’età di 88 anni l’ex segretario alla Difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld. “È con profonda tristezza che condividiamo la notizia della scomparsa di Donald Rumsfeld, statista americano e marito devoto, padre, nonno e bisnonno – si legge in una nota diffusa dalla famiglia -. A 88 anni era circondato dalla famiglia nella sua amata Taos, nel New Mexico. La storia potrebbe ricordarlo per i suoi straordinari risultati in oltre sei decenni di servizio pubblico, ma per coloro che lo hanno conosciuto meglio e le cui vite sono state cambiate per sempre di conseguenza, ricorderemo il suo amore incrollabile per sua moglie Joyce, la sua famiglia e i suoi amici, e l’integrità che ha portato a una vita dedicata al Paese”.

Rumsfeld fu segretario alla Difesa per due mandati. Il primo dal 1975 al 1977, con il presidente Gerald Ford (subentrato al dimissionario Nixon), la seconda dal 2001 al 2006 sotto George W. Bush.

Nato a Chicago nel 1932, da una famiglia di origine tedesca, dopo gli studi in Scienze politiche a Princeton e il servizio militare nello Us Navy, a venticinque anni arrivò al Congresso come assistente amministrativo di un membro del Congresso. Cinque anni dopo fu eletto alla Camera dei Rappresentanti, per l’Illinois, dove fu confermato per tre volte. Si fece sempre più strada nel suo partito, nell’ambito del quale fu definito il JFK dei Repubblicani. Nel 1969 si dimise dal Congresso entrando a far parte della squadra del presidente Richard Nixon alla Casa Bianca. Nominato ambasciatore alla nato nel 1973, nel 1974 tornò a Washington per affiancare il presidente Ford, per cui rivestì il ruolo chiave di capo gabinetto. Dal 1975 al 1977 si occupò della Difesa, ottenendo la stima da parte dei vertici militari. Con la sconfitta di Ford alle elezioni Rumsfeld tornò alla vita privata, lavorando come dirigente per una multinazionale farmaceutica. Ma non abbandonò completamente la politica, continuando a occuparsi di delicate questioni internazionali (ad esempio come inviato speciale nel Medio Oriente per conto del presidente Ronald Reagan).

Nominato segretario alla Difesa dal presidente George W. Bush, dopo l’11 Settembre 2001 Rumsfeld fu il regista dell’offensiva militare contro il terrorismo, nonché l’artefice della guerra preventiva cara ai Neocon. Fu lui, in particolare, a convincere Bush alla guerra contro i talebani in Afghanistan e poi contro l’Iraq di Saddam Hussein.

L’8 novembre 2006 Rumsfeld si dimise dalla Difesa dopo le dure critiche del Congresso (e all’indomani della pesante sconfitta dei Repubblicani alle elezioni di Midterm), al suo posto subentrò l’ex direttore della Cia Robert Gates. Un rapporto del Senato Usa evidenziò che Rumsfeld nel 2002 aveva approvato l’uso di “tecniche di interrogatorio aggressive”, con gravi violazioni dei diritti umani nella prigione di Abu Ghraib, a Guantánamo e in altri centri di detenzione segreti all’estero, dove il governo statunitense aveva rinchiuso migliaia di sospetti fermati nella guerra degli Usa al terrorismo.

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