Born in the Usa
Correva l’anno 1984 e il trentacinquenne Bruce Springsteen, già attivo da più di dieci anni, fece il botto con il singolo “Born in the Usa”. L’album omonimo vendette la bellezza di trenta milioni di copie e il cantautore di Long Branch (New Jersey) fu applaudito e apprezzato in tutto il mondo.
La sua canzone divenne un simbolo, un emblema dell’orgoglio americano, e qualcuno pensò anche di utilizzarla per fini politici. Springsteen non la prese bene e respinse sdegnato gli “abbracci” dei repubblicani, disdegnando, al contempo, anche le avances democratiche.
Il dettaglio più sorprendente, però, è un altro. La canzone fu considerata un simbolo, come dicevamo, un inno allo spirito americano, mai domo, e all’orgoglio di un paese intero. Per qualcuno esaltò addirittura il patriottismo yankee elevato all’ennesima potenza. In realtà, però, era una canzone di denuncia. Per questo può essere definito uno dei brani rock più fraintesi di tutti i tempi.
Cosa denunciava Born in the Usa? La faccia scomoda dell’America, i traumi fisici e psichici derivanti dalla guerra in Vietnam. Il protagonista del brano è un veterano che torna a casa, non ha un lavoro e non ha più sogni. È una canzone di protesta, che al contempo esorta chi la ascolta a vivere (e sognare) un mondo diverso.
Born in The Usa (guarda il video)
Born down in a dead man’s town
The first kick I took was when I hit the ground
You end up like a dog that’s been beat too much
Till you spend half your life just covering up
Born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
Got in a little hometown jam
So they put a rifle in my hand
Sent me off to a foreign land
To go and kill the yellow man
Born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
Come back home to the refinery
Hiring man says “Son if it was up to me”
Went down to see my V.A. man
He said “Son, don’t you understand”
I had a brother at Khe Sahn fighting off the Viet Cong
They’re still there, he’s all gone
He had a woman he loved in Saigon
I got a picture of him in her arms now
Down in the shadow of the penitentiary
Out by the gas fires of the refinery
I’m ten years burning down the road
Nowhere to run ain’t got nowhere to go
Born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
I’m a long gone Daddy in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
I’m a cool rocking Daddy in the U.S.A.
Nato negli Usa
Nato in una città di morti
Il primo calcio che ho preso e stato quando ho toccato terra
Finisci come un cane che è stato malmenato troppo a lungo
Fino a che non passi meta della tua vita a cercare un rifugio
Nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Nato negli U.S.A.
Una volta mi sono messo in un piccolo guaio dalle mie parti
cosi mi hanno messo un fucile in mano
E mi hanno mandato in una terra straniera
a ammazzare i musi gialli
Nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Nato negli U.S.A.
Sono tornato a casa alla raffineria
Ma il datore di lavoro ha detto: «Figliolo se dipendesse da me… »
Sono andato a parlare con un uomo del V.A.
Mi ha detto: « Figliolo, non capisci adesso? »
Avevo un fratello a Khe Sahn combatteva contro i Viet Cong
Loro sono ancora là lui se n ‘è andato per sempre
Aveva una donna di cui era innamorato a Saigon
Mi e rimasta una foto di lui tra le sue braccia
Giù nell’ombra del penitenziario
Fuori tra i bagliori della raffineria
Sono dieci anni che brucio per la strada
Non ho un posto dove correre, non ho un posto dove andare
Nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Sono nato negli U.S.A.
Nato negli U.S.A.