Trump e il fascismo
È un fiume in piena Donald Trump. “Viviamo in uno Stato fascista“, ha detto in un’infuocata conferenza stampa a New York. La prima dopo la condanna nel processo “Hush Money” sul pagamento alla pornostar Stormy Daniels (l’accusa era di aver falsificato documenti per coprire uno scandalo sessuale).
Ecco alcune frasi pronunciate dall’ex presidente: “È un processo iniquo, orchestrato da Biden. Volevamo un processo equo ma non ci è stato concesso. Lotto per difendere i valori della Costituzione, è una cosa più grande di me. Quello che è successo a me non dovrà accadere ad altri presidenti. Faremo ricorso su molte cose. Non ci avete permesso di avere testimoni, non ci avete permesso di parlare e non ci avete permesso di fare niente. Il giudice è stato un tiranno”. Trump punta dritto contro Juan Merchan, il giudice che ha presieduto il processo.
L’accusa è diretta, come una fucilata: “Sono il candidato principale. Sono in vantaggio su Biden di molto. Per farvi capire che tutto questo è stato fatto da Biden e dai suoi collaboratori, forse dai suoi collaboratori, ma soprattutto, non so se Biden ne sa qualcosa, perché non so se sa qualcosa di alcunché, ma è comunque il presidente, quindi dobbiamo usare il suo nome, e questo è stato fatto da Washington, e nessuno ha mai visto niente di simile. Arriva tutto dalla Casa Bianca – ha aggiunto l’ex presidente -. Il corrotto Joe Biden, il peggior presidente nella storia del nostro Paese, il più incompetente, il più stupido che abbiamo mai avuto. E il più disonesto”.
La replica del presidente Joe Biden arriva su X. “Donald Trump sta minacciando la nostra democrazia. In primo luogo, ha messo in discussione il nostro sistema elettorale. Poi, ha messo in discussione il nostro sistema giudiziario. Ora è possibile fermarlo”.
Finirà tutto il 5 novembre (forse). O di nuovo in un’aula di tribunale.
Foto: Lapresse