Una legnata così forte i democratici non se la sarebbero mai immaginata. Pensavano di averla scampata, togliendo di mezzo l’anziano Biden, invece si ritrovano ammaccati e increduli mano a mano che le analisi dei voti si fanno più precise ed evidenziano che anche le famose minoranze hanno voltato le spalle a Kamala Harris.

In questo articolo ho cercato di analizzare il “peccato originale di Kamala“, quel suo non essere stata scelta dal popolo ma imposta dai pochi che fanno il bello e cattivo tempo nel partito dell’asinello (Obama, Clinton e Pelosi). Kamala ci aveva già provato a correre per la Casa Bianca, ma aveva mollato subito, ritirandosi a corsa appena iniziata. Poi Biden l’aveva portata alla Casa Bianca come sua vice, ma senza mai fidarsi troppo di lei e, proprio per questo, senza mai darle chance di crescita in termini di leadership. Tutt’altro, le aveva affidato la patata bollente della gestione del tema immigrazione, su cui l’ex procuratrice californiana aveva fatto ben poco.

La democrazia ha vinto. Trump si è ripreso la Casa Bianca, contro tutto e tutti, dopo 4 anni di pausa (Biden). Ma non tutti pensano che abbia davvero vinto la democrazia. Qui di seguito riporto alcuni passaggi del commento che Giordano Bruno Guerri ha scritto per il sito Dagospia.

 

La democrazia ha perso perché ha coscientemente affidato la pistola carica nelle mani di un bambino prepotente che la strappa all’altro, “è mia, è mia!”. Ha perso perché, indifferenti a tutto il resto – Capitol Hill, valga per tutto il resto – gli americani hanno badato solo a quello che sembra il loro interesse: “America first”, abbassando una saracinesca fra loro e il resto del mondo, ignari della mitica farfalla che, muovendo le ali a Tokyo, provoca un uragano in Florida.

Trump alzerà i dazi doganali e smetterà di fornire aiuti all’Ucraina, indebolendo l’Europa e dandola vinta a Putin. Con entrambe le mosse metterà in gravissima difficoltà il principale alleato degli Stati Uniti (e dei suoi abitanti).

Le due mosse al momento potranno favorire l’economia americana ma saranno una sconfitta sonora e difficilmente recuperabile in quello che è il vero grande tema della nostra epoca, lo scontro fra Oriente e Occidente per il predominio nel mondo…

La democrazia ha perso perché non ha saputo opporre a un simile avversario fascinatorio altro che una candidata già nota per avere deluso come vicepresidente, contando sul fatto che sia donna e di colore, sul politicamente corretto, sulle magnifiche sorti e progressive.

Il democratico popolo americano ha risposto a grande maggioranza che delle magnifiche sorti e progressive se ne fa una trombetta: soldi, sicurezza, lavoro, la torta della vita, dammene una fetta più grossa, la meravigliosa ciliegina te la lascio volentieri…

La democrazia ha perso perché ha riposto la fiducia in un uomo che – mostrando i muscoli – ha proclamato di essere quello forte, che risolverà i problemi quotidiani di tutti, senza badare alle conseguenze sul futuro e sul mondo.

L’uomo forte e salvifico che pensa per tutta la tribù e per tutti fa, costi quel che costi: è la malattia genetica che ha guidato l’umanità dalla notte dei tempi e che, ingenuamente, si credeva di avere superato nel giro di poche generazioni.

 

Al di là delle legittime simpatie (o antipatie) per Trump, voi cosa ne pensate?

Foto: Fotogramma

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