A Lodi agli immigrati danno anche la carta d’identità
Dopo le ben note proteste per il cibo non gradito o per avere la connessione wi-fi, adesso è il turno della carta d’identità. A Lodi nei giorni scorsi una sessantina di richiedenti asilo in arrivo dal Laus Residence di Lodi Vecchio, gestiti ovviamente da una cooperativa, hanno manifestato davanti alla prefettura per ottenere il documento di riconoscimento che permettebbe loro di avere libero accesso alle graduatorie comunali, ai servizi sociali e di assistenza. E alla fine lo hanno ottenuto.
Ma il decreto Minniti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale e contrasto dell’immigrazione illegale, convertito in legge lo scorso aprile, non era stato emanato proprio per accelerare i tempi per mandare via dall’Italia chi non avesse diritto di restare? In teoria sì, Eppure l’articolo 8, comma l, del sopracitato decreto prevede che “il richiedente protezione internazionale ospitato nei centri debba essere iscritto nell’anagrafe della popolazione residente”.
Dunque anche chi non è ancora stato identificato può richiedere un documento di identità al Comune nel quale è sita la struttura che lo ospita?
«La carta d’identità è un’altra cosa» ci spiega l’avvocato Pietro Foroni, consigliere regionale della Lega Nord in Lombardia, già presidente della provincia di Lodi: «se i richiedenti asilo chiedono la residenza in un Comune gli può essere concessa ma se non gli viene riconosciuto lo status di rifugiato e gli viene dato il provvedimento di espulsione, di fatto deve essere cancellato dall’anagrafe di quel comune. La carta d’identità invece non non può essere revocata quindi queste persone rimarrebbero in possesso del documento anche qualora venissero espulse».
Quindi in teoria potrebbero continuare a circolare nell’area Schengen?
«Certo, migliaia di migranti irregolari potrebbero vedersi certificate generalità dubbie, se non fasulle e nessuno potrebbe dire che il documento è scaduto. Inoltre», specifica l’esponente leghista «Nel decreto Minniti non viene menzionato in alcun modo il fatto che la carta d’identità viene revocata nel momento in cui viene respinta la domanda».
Ma allora perché il sindaco di Lodi Vecchio ha deciso di concedere a questi richiedenti asilo la carta d’identità e non solo la semplice iscrizione temporanea all’anagafre?
«Perché è una scelta del sindaco, che nel caso specifico è del Partito Democratico, e comunque i sindaci devono assumersi questa responsabilità. In questo caso è stata addirittura la Prefettura di Lodi che ha invitato i sindaci, sulla base di informazioni dal mio punto di vista non corrette, a dare ai richiedenti asilo la carta d’identità. Ripeto, l’iscrizione anagrafica è cosa ben diversa dalla carta d’identità».
La Lega non ha preso benissimo questa iniziativa…
«A settembre faremo una manifestazione davanti alla Prefettura di Lodi, intanto quello che i sindaci della Lega faranno è costruire le argomentazioni giuridiche qualora dovesse arrivare la richiesta nei loro Comuni di concessione della carta d’identità. E comunque tutta questa storia dimostra ancora una volta quanto sia improvvisata la gestione dell’accoglienza dei migranti da parte del Governo».
Intanto continuano i summit, gli incontri, le pacche sulle spalle e le belle parole da parte di quelli che dovrebbero essere i nostri “partner” europei. La verità è che il premier Paolo Gentiloni passa da un vertice all’altro ma di fatto l’ Italia è sempre più sola nell’ accoglienza dei migranti soccorsi nel Mediterraneo. Dall’inizio dell’anno a oggi sulle coste italiane ne sono sbarcati 85.217, solo due giorni fa ne sono stati salvati altri 4100 davanti alle coste libiche e continuano ad arrivarne a migliaia senza soluzioni di continuità.
E coloro che vengono accolti e dislocati sul nostro territorio secondo il programma Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) rimangono in Italia anni, anche quelli che non ne hanno alcun diritto. Creando disordini e accampando rivendicazioni.